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Licia Granello, mostra specialità marchigiane in “Dalla A alla Z” vocabolario goloso

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Firma raffinata e prestigiosa del panorama eno-gastronomico italiano, Licia Granello racconta le sue storie di cibo, con il piglio coraggioso e anticonformista che la contraddistingue, tutte le domeniche sulle pagine de La Repubblica e sul suo blog. Dalla A alla Z è un vocabolario, un elenco di consigli per gli acquisti dedicato anche a chi gourmet non è. Una guida a riempire un’ipotetica busta della spesa. I prodotti sono in prima fila. Gli artigiani sono le menti e le mani che servono per valorizzare le cose buone che la natura ci chiede di proteggere. Si vede che l’ho letto. In un viaggio Ancona/Roma e ritorno. Ci sono ricordi, aneddoti, curiosità, ricette, tradizioni, cuochi, agricoltori, allevatori, affinatori. Ci sono profumi e sapori. Che si sentono. Basta aprire il libro.

Licia Granello I sapori d ItaliaVenite con me a pagina 64 dove, a proposito di Cozze e Vongole, scrive, testuali parole: così le stesse cozze sono pessime se inquinate dagli scarichi di Marghera e stupende se prosperano libere e selvagge nella baia di Portonovo sotto il Monte Conero, Ancona, produzione inserita tra i presidi Slow Food.

A pagina 150, il capitolo della Paranza, ricorda un piatto di Mauro Uliassi in abbinamento ad un ottimo champagne: …l’alta cucina punta su accostamenti apparentemente bizzarri e invece magnificamente godibili con il piatto ideato dal marchigiano Mauro Uliassi, scarpette di Venere (ovvero seppioline sporche in quanto piccolissime e non sviscerabili) appena arrostite, profumate con erbe aromatiche e accompagnate da una salsa di fegato di seppia e ricci di mare (presenti anche sotto forma di granita).

A pagina 158, il capitolo del Pecorino, menziona le nostre fosse di tufo rivestite di paglia, fieno ed erbe odorose e poi sigillate.

A pagina 165, il capitolo della Pesca, descrive la ricetta di un dolce creato nelle Marche: con un impasto di uova, zucchero, farina, burro, latte e lievito, si realizzano delle mezze finte pesche unite, dopo un passaggio in forno, da un cucchiai di crema pasticcera e colorate con l’alchermes…

A pagina 206, il capitolo del Salame consiglia un interessante itinerario didattico, quello di Cagli, dove ogni fine primavera si svolge Distinti Salumi, sequenza di laboratori, assaggi, racconti, menu, intorno agli insaccati d’autore.

Questi sono solo alcuni dei motivi per leggere il libro di Licia, dedicato a Carlin Petrini, il fondatore ed ideatore di Slow Food. La prefazione è di Massimo Bottura, da qualche giorno secondo cuoco al mondo, dopo i Fratelli Roca, in classifica mondiale. Scusate se è poco! Siccome conosco molto bene Licia il suo stile ed i suoi gusti va da sé che il libro vi piacerà. Sarà un modo nuovo per esplorare l’Italia.

Carla Latini

 

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