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Drigo: “il rock italiano del futuro? Ancora i Negrita”

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Negrita Tour 2015 approda ancora una volta in terra marchigiana, toccando la provincia di Ascoli Piceno e precisamente Centobuchi di Monteprandone. Un appuntamento che i fans dello storico gruppo toscano, quasi 25 anni di attività, non si sono lasciati sfuggire. Nessuno spazio per le sedie e tutti in piedi a cantare e a ballare. E tutti si sintonizzano con “Radio Conga” e con le altre hit che scorrono veloci e per dirla con le loro parole “E vivere una notte lunga una vita… avere il suo profumo ancora tra le dita…”

Drigo dei Negrita e Kruger AgostinelliNel dopo concerto ci intratteniamo con Drigo, che insieme a Cesare e Pau, sono l’anima della band.

Ciao Drigo quasi 25 anni di carriera con i Negrita e il passaggio dal fisico cd al virtuale I Tunes e Spotify delle vostre opere discografiche. Ci perde un po’ la musica in tutto questo?

<< Siamo osservatori anche noi di questo cambiamento. Quello che è importante per una band come noi, è avere la possibilità di poter continuare la nostra attività live. Del resto è la nostra primaria risorsa e anche il più grande divertimento per verificare lo stato di gradimento della nostra musica>>.

Prima l’era dei Litfiba, poi voi e ora il rock chi lo rappresenta in Italia?

Sorride e aggiunge <<Vedo, ancora, noi>>.

Drigo, ho letto di una tua partecipazione artistica, in passato, con Francesco Renga. Qualche altro nome con cui vorresti collaborare?

<<Non sono uno che va alla ricerca di questo ma se capita non mi tiro indietro. Eppure ti confesso che un grande rammarico ce l’ho. Quello di aver conosciuto Pino Daniele e di aver parlato con lui di possibili cose da fare insieme. Ma non c’è stato il tempo. Ecco, questo mi manca>>.

Leggevo che tuo fratello, per fortuna, ti ha iniziato con Black Sabbath e Led Zeppelin al rock ed in effetti il tuo stile di chitarrista è solidamente rock. Ce la fai una lista di chitarristi preferiti di ieri e di oggi?

<<Non suonerei in questo modo se non avessi ascoltato, prima di tutti, Mark Knopfler, perché suono con le dita. Poi degli storici preferisco Eric Clapton, Dave Gilmour, Jimi Hendrix, BB King, Ry Cooder, George Harrison e Steve Ray Vaughan. Mentre dei più rcenti, il chitarrista che stimo tantissimo è The Edge degli U2. E’ innovatore, direi che ha cambiato il modo di fare musica in tutto il mondo. E poi mi piace molto Josh Homme dei Queens of the Stone Age>>.

Sei legato da qualche ricordo o aneddoto alle Marche, come luoghi o come persone?

<<Come raccontai nel mio libro “Rock Notes”, Una volta presi un sasso da una spiaggia di sassi. Su una faccia, con un pennarello feci un disegno, sull’altra scrissi: io porto fortuna e lo rimisi pressappoco dove l’avevo trovato. Questa volta l’ho fatto nelle Marche>>.

Mensilmente facciamo filosofeggiare i nostri intervistati su una parola, questa volta tocca a Tyche. Ti aiuto. Nella mitologia greca era la personificazione della fortuna. E allora la fortuna che ti fa venire in mente?

<< La mia fortuna è di essere in una band che è al tempo stesso un gruppo di amici. Non potevo chiedere di più>>

Kruger Agostinelli

 

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