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michele pecora

C’era una volta Disco Fantasia a Falconara Marittima

in Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da
Non sto facendo un indigestione di ricordi ma semplicemente sto cercando di mettere ordine, parola pressoché sconosciuta nella mia filosofia di vivere, fra le foto che continuamente ritrovo.
 
Qui siamo nel 1981, precisamente il 10 agosto, giorno dell’inaugurazione del Disco Fantasia. Si trattava, come recitava lo slogan che allora avevo ideato, di “un’idea vestita di musica” o se volete semplicemente di un negozio di dischi.
A realizzare tutto questo mi aiutarono Cenzino (Vincenzo Morresi) e Pietro Melappioni del Disco Story di Civitanova Marche, città che ho ritrovato spesso felicemente nella mia vita sia nel passato che nel presente.
Nella foto di rito che pubblico ci sono Michele Pecora Artista, come me falconarese d’adozione, cantante all’epoca molto famoso, Antonella Giampaoli allora celebre conduttrice di Rai Sereo Due, il mitico disc jockey e discografico Claudio Casalini e naturalmente io, come vedete in leggerezza, il dj Kruger.
Una storia d’amore abbastanza lunga con il mio Disco Fantasia, esattamente dal 1981 al 2004. Ventitre anni di grandi soddisfazioni ed inevitabili delusioni. E dentro pure il senso della vita che scorre. Il mio matrimonio con Mila, l’arrivo dei due figli, Kevin e Kimberley e l’addio a mia madre Ave. Pure il mio impegno sindacale da commerciante insieme al buon Claudio Filippetti. Poi la svolta, quando il lavoro mi fu strappato sia dall’incapacità dell’industria discografica che dalla scorretta modernizzazione dei centri commerciali.
Qui il pensiero va a due belle persone che credettero in me e con la loro fiducia mi aiutarono a traghettare in un altra dimensione professionale. Glauco Alderisio, direttore della mia banca, che mi evito l’inevitabile tracollo finanziario con il salvagente dei suoi preziosi consigli. E poi al fianco con l’allora Sindaco Giancarlo Carletti, uomo di grandi visioni in un territorio troppo simile all’attuale sgangherata italietta, in cui alla fine, nessuno vuole cambiare. Insomma Un capitolo ricco di grandi risultati, sogni vissuti ad occhi aperti ma pure pratico per far comprendere di quante immancabili miserie umane si devono sopportare.
Ho avuto come clienti celebri i Pooh, Matia Bazar, Mimmo Locasciulli, il dj romano Marco Trani e chissà di quanti altri mi sono dimenticato. Sono stato set cinematografico per un epico video dei Risoterapia. Vladimiro Riga mi portò Ambra s firmare gli autografi. Poi per contro ho subito un furto con spaccata, si dice così? Pure un ridicolo blitz della finanza con la Siae, tanto per risultare completamente estraneo ai fatti dopo svariati anni. Insomma non mi sono fatto mancare niente ma su tutti l’onda lunga dei ricordi del mio pubblico. Ancora oggi ovunque mi sento dire “grazie per quel disco che mi hai consigliato”. Insomma la fortuna di aver rappresentato un momento felice in quell’immenso giardino dei ricordi. Dove mi accorgo sempre di più che la ricchezza o il dolore di questa vita sta proprio nei gesti che abbiamo vissuto.
 
ps: esiste un gruppo fb (abbandonato da tanto tempo che riporta alcune testimonianze) https://www.facebook.com/groups/45586975428/

Ecco la lettera che scrissi per la chiusura del negozio CLICCA QUI

Nella ricerca dell’armonia della vita, non bisogna dimenticare che nel dramma dell’esistenza siamo insieme attori e spettatori. (Niels Bohr)

Michele Pecora ricorda Gianni Ravera: “L’innovatore della musica italiana”

in Senza categoria da

Chi pensa erroneamente che Michele Pecora sia stato solo una meteora discografica degli anni Ottanta deve assolutamente rivedere il proprio giudizio. Michele, nato in provincia di Salerno ma marchigiano da sempre, ha saputo trasformarsi da cantautore a discografico, da talent scout a direttore d’orchestra. Ed ora, come ci racconta in questa intervista esclusiva che ci ha concesso, pure direttore artistico del Premio Ravera.

Michele, la tua è una vita sempre vicina alla musica.

«Sì, ho un grande amore per la musica. L’ho portata dietro per tutta la vita. Una passione di quelle che non ti fanno pensare al risultato ma ti fanno suonare per il piacere di farlo. E inevitabilmente poi arrivano anche i risultati. La mia attività cantautorale nasce a Castrocaro, con Gianni Ravera che mi ascolta e mi fa esibire al Festival. Quell’anno lo vinco pure: da lì inizia quest’avventura che mi ha portato col tempo a fare tante e tante cose. Certo, di musica si vive, ma bisogna anche guardarsi intorno perché i tempi e le cose cambiano. È giusto quindi ampliare il proprio raggio d’azione. Ecco allora che le strade si moltiplicano, fino alla direzione artistica di eventi. Sono convinto del fatto che fare l’artista e vivere di arte sia anche rimanere al passo con i tempi. Non ancorandosi alla nostalgia di un passato che non c’è più, ma vivendo il presente e il futuro. Con tutti i suoi cambiamenti».

Quindi è nato il Premio Gianni Ravera – Una canzone è per sempre.

«Mi sembrava giusto tributare un omaggio all’uomo che ha innovato e ha fatto per anni e anni la storia della musica di questo Paese. Basti pensare che nei tantissimi festival di Sanremo organizzati da lui, delle 18 canzoni in gara almeno 14 erano dei successi. Quindi aveva la grande capacità di individuare il talento oltre le apparenze. Ramazzotti e Zucchero sono solo alcune delle sue ultime scoperte. Era un innovatore: fu il primo a portare gli artisti stranieri a Sanremo e a farli cantare in italiano. Tra cui memorabile fu proprio l’esibizione di Louis Armstrong».

Ravera è un personaggio culturale molto importante di questa nostra regione, essendo nato proprio a Chiaravalle.

«Era legato alla sua terra. Ricordo che quando lo incontravo era sempre commosso nel ricordare Chiaravalle, dove veniva appena possibile. Ravera è stato l’inventore del festival di Castrocaro, che ritengo storicamente addirittura più importante di Sanremo. Sanremo è un punto di arrivo, ma da Castrocaro sono passati tutti, nei tempi in cui si riusciva ad individuare i talenti. Perché la musica va giudicata da persone competenti, cosa oggi più complicata. Ravera era questo, dava una possibilità. Claudio Cecchetto ha raccontato che doveva uscire il brano del Gioca Jouer ma Ravera gli disse di aspettare e farlo andare come sigla di apertura di Sanremo. Quella scelta fu un successo».

Oltre a Cecchetto, la prima edizione ha avuto grandi ospiti. Come Carlo Conti e Pippo Baudo…

«Baudo ha avuto un rapporto di collaborazione con Ravera lungo 30 anni. Altri ospiti sono stati Dario Salvatori, Iva Zanicchi, Fausto Leali… Insomma tutti quelli che hanno attraversato la vita professionale di Ravera».

Intanto che anticipazioni ci puoi dare?

«Quest’anno le serate saranno due e non una e si è aggiunta l’accademia Gianni Ravera, per la scoperta di nuovi talenti».

Kruger Agostinelli

Tyche Live, dai 45 giri di Michele Pecora a Chimena Palmieri e Roberto Ghergo

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Ecco il terzo Tyche Live. Tra gli ospiti della nostra redazione c’è Michele Pecora. E’ un piacere per me incontrarlo qui. Mi ricordo che vendetti quasi a peso, talmente sono stati, i suoi 45 giri di “Era lei” a Falconara Marittina, nel mio Disco Fantasia. E proprio da lì siamo partiti nel live, con un doveroso ricordo poi un nostro caro amico che ora non c’è più: Cenzino, del Disco Story di Civitanova. Ma non si vive solo di ricordi ma soprattutto di musica e di tutto ciò che essa rappresenta nella vita di ognuno di noi. Sulla stessa linea d’onda anche l’altra faccia delle note in studio, il possente Roberto Ghergo: un po’ cantante, un po’ interprete, nel sottile confine che rende affascinante il palcoscenico per le sue eterne ambiguità. Al lato, la preziosa presenza di Massimo Saccutelli alle tastiere, un ottimo trait d’union fra gli artisti. Infine, e non ultima, Chimena Palmieri, scrittrice per volontà che vanta al suo attivo un libro su Ligabue. “Luciano” come dice lei: l’uomo e non necessariamente il musicista. Ed un nuovo stimolante lavoro intitolato “Raval” che cerca di prendere il volo nelle complicate strade dell’editoria. Una trasmissione che vi riproponiamo in replica video, un’ora in cui ascolterete, rigorosamente live, una versione brivido di “Occhi di ragazza” eseguita magicamente da Michele Pecora. O una piacevole “cialtronata” di un remake divertente in italiano di una hit dei Queen da parte di Roberto Ghergo. Tra i fuori onda, abbiamo saputo che Pierangelo Bertoli cantò per pochi intimi una versione acustica di “Era Lei”. Ma, purtroppo, non ne è rimasta traccia. Ma c’è il desiderio di Chimena di riproporre questo inedito attraverso il figlio di Pierangelo, Alberto Bertoli, di cui lei è amica. Ovvero facendolo cantare a lui. Insomma contaminazioni in questo happening “Tyche Live” che cercava un’anima per esistere ed ora sente pure suonare tanti cuori che raccontano le loro emozioni, spesso nascoste. Grazie davvero.

Kruger Agostinelli

Foto Federico De Marco

#TycheLive

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