Fermate il mondo che voglio scendere ma ora non si può. #iorestoacasa
La parola d’ordine è cambiare le abitudini e stare fermi. Certo c’è chi chi come me parte avvantaggiato, l’abitudine principale della giornata, tre volte per la precisione, la passeggiata con Kelly e Milo, con relativo recupero negli appositi sacchetti delle loro deiezioni, rimane inalterata. Il contatto con i nostri animali domestici per fortuna è consentito. Poi la telefonata per scambiarsi le idee. esercizio che effettuo soprattutto con Fabio per commentare le stronzate politiche della giornata. Argomenti disgustosi ma anche questo è consentito. Poi la fortuna, in questo caso, di abitare a Falconara Marittima dove per la verità nulla o poco accade, quindi il rischio di indurre in tentazioni è pressoché vicino a zero.
Poi a casa si può leggere di più, guardare e magari riguardare film belli ma dimenticati, chattare con le persone che ci mancano ed ascoltare tanta tanta buona musica.Insomma ci dobbiamo impegnare per non ammalarci stupidamente, purtroppo ci sono persone che non possono scegliere e stanno male per forza.
Tutto sembra surreale, le strade vuote, un rallentamento di vita sociale che mi ricorda (e qui mi accorgo di non essere più un giovincello) di quelle domeniche con le targhe alternate.
Sono convinto che ce la faremo e che l’impegno che la nostra Italia ci sta mettendo per affrontare questo momento dimostrerà la differenza con quei paesi che hanno scelto la strada della furbizia. Certo dovremmo riflettere sulla fragilità della nostra società dove un imprevisto (sempre che si possa chiamare così) è capace di minare l’equilibrio instabile del nostro mondo.
Un ultimo appello ai giovani che una volta tanto possano parcheggiare il loro senso innato di ribellione e di apparente immortalità trasformandolo in spirito di amore verse le persone a loro care. Ve lo dice uno che come motto nell’inizio degli anni 70 aveva “fermate il mondo voglio scendere”.
E ricordare che fermare il corpo non vuol dire smettere di pensare.
A giorni migliori.