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Ilaria Traditi

Un viaggio di Carla Latini per scoprire le “Tipicità che ci piacciono”

in Mangiare e bere da

Tanti sono i motivi per passare una giornata a Tipicità, il festival di tutto il buono e il bello delle Marche, in scena in questi giorni a Fermo. Una manifestazione che con passione ha visto nascere e crescere le aziende marchigiane del cibo, del vino e dell’artigianato. Sono in “viaggio” dentro Tipicità. La mia base d’appoggio è lo stand di Cooperlat-TreValli.cooperlat trevalli tipicità In assaggio c’è la loro mozzarella a basso contenuto di sale. Meno 40% delle altre mozzarelle. La degustazione ha lo scopo di dimostrare che con basso contenuto di sale non si perde il gusto, anzi ci guadagna. I bicchierini di bocconcini al sapore di “latte fresco” passano di mano in mano. C’è pubblico interessato: famiglie, coppie, professionisti del settore, commercianti in cerca di novità. Per me il pubblico che va alle fiere è sempre un mistero. E Tipicità oggi è più fiera campionaria a tutti gli effetti. Siete troppo giovani, lo sono anch’io, per ricordare una fiera campionaria, dove si esponeva di tutto, dai salami alle scarpe passando per i cappelli. Avviene così anche qui. Con eleganza e grazia.

All’entrata vengo colpita dallo stand dell’Università di Urbino. Promette due convegni molto interessanti, di cui uno sul’eno-gastronomia del Rinascimento. Se faccio in tempo ci vado. Devo andare anche da Gilberto Graziosi che racconta di Stoccafisso all’anconitana nella sala grande da cui arrivano i profumi della cucina. Giungo lì a presentazione terminata. Esce un numero elevato di visitatori che si spande lungo i corridoi e nelle piazze. Un bacio a Gilberto (ho già scritto di lui su Tyche proprio all’inizio di questa avventura editoriale, potete leggere di lui QUI) e mi fermo a parlare con Massimo Gentili. casa del mobile tipicità Tre generazioni di falegnami per mobili su misura, quelli che si tramandano di padre in figlio o di madre in figlia e che hanno un valore affettivo e in “soldoni”. Sono storie belle queste da ascoltare e poi raccontare. Le “tipicità” che mi piacciono. Nel laboratorio sono loro due, padre e figlio e due dipendenti. Espongono dei bellissimi porta sigari. Li fecero per un grosso produttore americano tempo fa. Una commessa difficile. Una scommessa che vinsero. Ora fanno mobili di gran pregio e restaurano anche i vostri vecchi prodotti per ridargli dignità. Si va a Tipicità anche per incontrare persone come Massimo Gentili. Se volete un contatto diretto il suo numero è 0734 226539. C’è un sito? No non c’è. È uguale.

Seguo Gilberto Graziosi e finisco nello stand di Sandro Spinosi. Se Campofilone ora è famosa nel mondo per i suoi maccheroncini si deve a questo simpatico e burlone signore “colorato” come i suoi pacchetti di pasta all’uovo. Lo becco che sta parlando con un altro visionario che ha insegnato al mondo, anche lui, a cucinare il risotto alla veronese. Che non è mantecato come quello alla milanese. Ma che ci fa Gabriele Ferron di Isola della Scala a Tipicità? Mi risponde che sono anni che viene. Che è una fiera che si deve fare. I produttori sono così. Si affezionano, stabiliscono contatti, clienti e venditori affezionati. Peccato che né Spinosi né Ferron cucinano. In effetti noto che pochi sono gli stand muniti di piastre a induzione. Solo Zè Migliori offre le sue celebri olive ascolane. Ma lui è un cult e non poteva tradire i suoi numerosi fan.

amaretti tipicitàAl centro della fiera c’è una piazza dove campi verdi e di grano “teatrali” ci ricordano da dove veniamo. Di fronte ad uno di questi vedo Ilaria Traditi (anche di lei ho già scritto su Tyche durante l’estate QUI). La bella Ilaria è dietro e davanti ai suoi amaretti. È contenta di aver scelto di essere qui. Mi dice che sta vendendo bene. Un altro dei plus di Tipicità è che il produttore vende ed il visitatore, ovvio, compra. Si scoprono prodotti nuovi. Come le ciambelline al rosso Conero dell’Armellina, Amaretti della Valle. Il forno di Ilaria è a Pietralacroce ad Ancona. Leggo bene il programma insieme a Benedetta Grendene. A breve saprete chi è. Due occhi azzurri grandi come fanali, Benedetta conduce un programma televisivo su Maria Vision. Che sta a Loreto. Benedetta cerca produttori, artigiani con l’anima, che abbiano voglia di raccontare la loro storia nella sua trasmissione. Nei prossimi giorni arriveranno cuochi e giornalisti da ogni parte d’Italia. Ho visto Alberto Lupini e Enrico Derfingher. Rispettivamente direttore editoriale di Italia a Tavola e presidente Eurotoques. L’asticella del livello di Tipicità si alza ogni anno di più.

atalia tipicitàAvrete notato che questa è la “mia” Tipicità. Le persone che ho incontrato e i produttori che mi hanno fatto fermare allo stand. Ci deve sempre essere un motivo per fermarsi. Anche essere fermati può diventare interessante. Le Pro loco sono molto attive (attive sono le signore che in costume d’epoca sono standiste colte e preparate) e mi vengono incontro. Promuovono il territorio e le loro bellezze. Ci sono anche il Monferrato e le Langhe. Il mio pomeriggio sta per finire. Voglia di dolce? Cerco Fabio Lenci e la sua nuova produzione di cioccolata artigianale. Si chiama Atalia che vuol dire Farfalla. Una farfalla italiana? Sono sempre felice quando ritrovo vecchi amici che hanno saputo ricominciare. Auguri Fabio Lenci. Atalia è a Matelica. Ne scriverò su queste pagine. Promesso. Concludo confermando, ancora una volta, che vale sempre la pena di fare un “viaggio” a Tipicità.

Carla Latini

La “dolce” storia di Ilaria Traditi: dalle news agli amaretti

in Senza categoria da

Storia di una bella e “dolcissima” ragazza, Ilaria Traditi, firma importante di un quotidiano regionale, che è elegantemente uscita dalle inchieste e dalle news per entrare nel magico mondo delle farine, del pane e della pasticceria. Ora, scambiandoci i ruoli, sono io a scrivere di lei.

Me la trovavo sempre, lo dico con grande affetto perché spesso ero io ad invitarla e se non la vedevo la cercavo con gli occhi e le mandavo sms, in importanti eventi eno-gastronomici marchigiani. Presente nell’organizzare tour per altri colleghi in cantine famose, prima fra le prime a riunire i blogger del vino, sensibile a iniziative in embrione, come la città di Pergola che reclamava il suo posto al sole parlando di tartufo bianco pregiato. Abbiamo condiviso lunghe serate gastronomiche. Lei esile ed eterea. Una bambola bionda che assaggiava, chiedeva, mi coinvolgeva. Per qualche tempo Ilaria è stata un po’ la mia ombra/stampa. Ed io, so che posso scriverlo, uno dei suoi stimoli. Poi per un po’, come spesso succede a chi fa e disfà della sua vita (diffidate di chi non lo fa) ci siamo perse di vista. Non la leggevo più sulle pagine del quotidiano che l’ha vista crescere ed affermarsi. Voci e gossip me ne arrivavano di ogni. Poi il tempo passa e altri affanni occupano le tue giornate. Tre anni fa qualcuno mi racconta che Ilaria ha acquistato un panificio. Insieme ad amici investitori ha ridato vita ad un panificio in quel di Pietralacroce ad Ancona. Il pane prodotto dai suoi fornai è distribuito nei migliori negozi della città. Me ne parlano. Lo assaggio. Buono.

Poi la vita ci ha fatte rincontrare. Non poteva essere che così. Ci siamo scritte su uno di questi “maledetti” social e ci siamo riviste il giorno dopo. Lei con un sacchetto di amaretti in mano davanti al suo Market del Conero a Pietralacroce. Che sta, appunto, sopra il forno. Gli amaretti sono senza farina, buonissimi, teneri. Nulla a che vedere con i prodotti industriali che ce li hanno fatti odiare. Un po’ come è successo per i canditi. Sono piccoli, quasi rotondi. Ilaria in questa avventura ha soci oculati e pieni di esperienza. Gli amaretti hanno un marchio che si chiama La Valle. Quando l’ho incontrata, qualche giorno fa, mi raccontava che producono anche i “brutti ma buoni” ma solo quando è finita la raccolta della frutta secca necessaria che li rende unici. Dal forno escono anche biscotti, pane , dolci in genere.

In questo “supermercato sui generis” potete trovare di tutto: da detersivi e carte da forno, a prosciutti di Carpegna, cioccolato Domori, ghiotta e introvabile pasticceria da prima colazione Borsari. La frutta e la verdura sono in linea con la richiesta della clientela che, qui, è quella dell’Ancona silenziosa ed esigente. Il consumo delle mozzarelle di bufala della comune amica Giulia Honorati né è la dimostrazione.

Dopo l’incontro abbiamo deciso di non perderci di vista. Per voi anconetani che leggevate Ilaria sulle pagine di un quotidiano e online (online potete ancora trovare tutti i suoi articoli) sarà una golosa sorpresa assaggiare i suoi dolcetti. Qui mette la grazia e l’intelligenza unite all’intuizione ed a un briciolo di sana incoscienza che fanno parte della sua bella persona. Per assaggiare gli amaretti di Ilaria Traditi potete andare direttamente al Market del Conero che è in via Pietralacroce 33, la strada sopra i campi da tennis, oppure chiamare lo 071 34940 e chiedere direttamente in quale altro posto nelle Marche potete trovarli.
In Europa li ho già visti!

Carla Latini

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