Mezzometro di pizza a Senigallia e Jesi. Vuoi vedere che mangi pure il “cornicione”?
Scrivere di pizza non è semplice e inizio con tutte le domande che mi vengono in mente. Pizza gourmet? Normale pizza al taglio che mangiamo tutti i giorni sotto casa da bimbi finché non diventiamo nonni? Pizza al piatto, moscia moscia, che nemmeno si tiene in mano? Pizza che si piega e si mangia “strada facendo” (e se anche sgocciola un po’ che bello che è)? Ma perché nessuno mangia mai il “cornicione”?
Come è successo per la pasta, la nostra pizza ha subìto il doloroso processo del “copia-incolla”. Nel mondo la pizza porta nomi italiani tipo “mamma Maruzzella” e “nonna Maria”, provenienza varia “internazionale” e il “cornicione” finisce negli “umidi”. Cavalcando l’onda o meglio la “bufala” noi che siamo, comunque e sempre, gli inventori e i divulgatori della vera pizza ci siamo organizzati da tempo. È un piacere per me raccontarvi la Pizza, con la P maiuscola. La Pizza di Mezzometro. Mezzometro è a Senigallia e a Jesi. Il nome la dice lunga (perdonatemi ma non potevo resistere). Sono stata a Senigallia, lungomare Leonardo da Vinci 33 dove c’è un forno a legna. Più di 100 coperti e tavoli spaziosi. Alessandro e Alessio Coppari mi illuminano sul presente e sul futuro della loro missione. Da Mezzometro si mangia una tipica “schiacciata romana” lunga e stretta così che ogni pezzo ha il suo “cornicione”. Mezzometro è la lunghezza e potete farvela farcire anche a metà. Metà Mezzometro margherita e metà Mezzometro capricciosa. La cottura nel forno a legna merita un’attenzione doppia. Tripla a volte. Perché la temperatura interna non è uguale in fondo come all’entrata. Ci vuole maestria e il pizzaiolo con la pala sembra danzare davanti alla bocca del forno. A Jesi, invece, il forno è elettrico e la gestione è più serena. Il risultato è perfetto in entrambe le cotture e dà al “cornicione incriminato” gusto, croccantezza e leggerezza tali che non vi accorgerete che lo state mangiando.
Le Pizze Mezzometro sono realizzate con le migliori farine che Alessandro e Alessio scelgono e selezionano. Tutte artigianali e marchigiane. Il punto fermo del loro lavoro è che apprezza i prodotti locali, artigianali, trovati dove li fanno meglio. Mi raccontano della loro missione alla ricerca del “pomodorino perduto”. Quello che non ha bisogno di nessun condimento. Basta lui. Si sono fatti un viaggio in Campania e sono rientrati con delle chicche straordinarie. Le mozzarelle sono di Giulia Honorati. Le verdure e gli ortaggi di dove li coltivano meglio. I salumi locali e senza glutine. Un altro dei motivi per cui Mezzometro a Senigallia e Jesi è considerata, a ragione, la migliore pizza del centro Italia è la sensibilità di Alessandro che anticipa i bisogni dei suoi clienti e li fa sentire a loro agio. Una sensibilità che, unita all’intelligenza, ha creato tutte le pizze con le stesse farce anche senza glutine. Una spiga barrata le segnala sul menu. Sono buonissime. Le ho assaggiate. Fatte con farine alternative e gustose. Posso scrivere, senza timore di essere smentita, che Mezzometro ha riconciliato il celiaco e l’intollerante al glutine con la pizza. Ha reso piacevole un momento bello da condividere con le persone amate e con gli amici. E gluten free sono anche birra e primi piatti. Che meritano una parentesi quadra. Perché la graffa è per la pizza! Se le farce delle pizze partono dalle classiche e arrivano fino quasi alle gourmet (soprattutto per gli ingredienti spettacolari e genuini) i primi piatti, la pasta in genere, portano i nomi, rassicuranti, di ricette datate. Qui molto ben fatte. Ho assaggiato le pennette alla vodka. Alessandro ha provato a toglierle dal menu. Invano. Impossibile privare i suoi clienti della cremosità golosa “anni Settanta” che qui suona come un pezzo di Donna Summer. E a proposito di estate. È l’estate il periodo di punta per Mezzometro? Visto che a Senigallia è sul lungomare. Un po’ nell’interno però. Accanto alla ferrovia. I due fratelli mi confessano che d’estate c’è da impazzire e c’è la fila fuori. Ma che anche l’inverno non si scherza. E Jesi batte Senigallia.
Concludo, riconcigliata anch’io con la pizza, spiegandovi perché Mezzometro è la pizza più buona e più mangiata del centro Italia. Anni fa, dopo lo scandalo delle pizze gourmet criticate dai puristi, Dissapore (il portale online che mette il naso nei casi da comprendere) face una sorta di gara/classifica allo scopo di decretare un senso logico che avrebbe fatto da linea guida nella scelta della Pizza, con la P maiuscola. Il direttore di Dissapore, Massimo Bernardi, che conosco e penso sarà felice della citazione, aveva organizzato prove e degustazioni proprio da Alessandro e Alessio. Come sia finita questa ricerca magari, un giorno, lo chiedo direttamente a Bernardi e alla redazione del Gambero Rosso che era stata coinvolta. Fatto sta che è servita per accendere un faro su un grande prodotto lavorato italiano. Ha creato interesse e voglia di fare bene. Se la pizza che si mangia oggi, in giro per l’Italia, è molto più buona e più sana a qualcuno dobbiamo dire grazie. La classifica iniziale di Dissapore segnalava Mezzometro come la migliore del centro Italia. E al sud? A Alessandro e Alessio non toccate Gino Sorbillo! Hanno assaggiato anche la nuova produzione “milanese” di Gino. Perfetta!
Carla Latini