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Giulia Honorati

Mezzometro di pizza a Senigallia e Jesi. Vuoi vedere che mangi pure il “cornicione”?

in Mangiare e bere/Mezzometro da

Scrivere di pizza non è semplice e inizio con tutte le domande che mi vengono in mente. Pizza gourmet? Normale pizza al taglio che mangiamo tutti i giorni sotto casa da bimbi finché non diventiamo nonni? Pizza al piatto, moscia moscia, che nemmeno si tiene in mano? Pizza che si piega e si mangia “strada facendo” (e se anche sgocciola un po’ che bello che è)? Ma perché nessuno mangia mai il “cornicione”?

Come è successo per la pasta, la nostra pizza ha subìto il doloroso processo del “copia-incolla”. Nel mondo la pizza porta nomi italiani tipo “mamma Maruzzella” e “nonna Maria”, provenienza varia “internazionale” e il “cornicione” finisce negli “umidi”. Cavalcando l’onda o meglio la “bufala” noi che siamo, comunque e sempre, gli inventori e i divulgatori della vera pizza ci siamo organizzati da tempo. È un piacere per me raccontarvi la Pizza, con la P maiuscola. La Pizza di Mezzometro. Mezzometro è a Senigallia e a Jesi. Il nome la dice lunga (perdonatemi ma non potevo resistere). Sono stata a Senigallia, lungomare Leonardo da Vinci 33 dove c’è un forno a legna. Più di 100 coperti e tavoli spaziosi. alessandro e alessio mezzometroAlessandro e Alessio Coppari mi illuminano sul presente e sul futuro della loro missione. Da Mezzometro si mangia una tipica “schiacciata romana” lunga e stretta così che ogni pezzo ha il suo “cornicione”. Mezzometro è la lunghezza e potete farvela farcire anche a metà. Metà Mezzometro margherita e metà Mezzometro capricciosa. La cottura nel forno a legna merita un’attenzione doppia. Tripla a volte. Perché la temperatura interna non è uguale in fondo come all’entrata. Ci vuole maestria e il pizzaiolo con la pala sembra danzare davanti alla bocca del forno. A Jesi, invece, il forno è elettrico e la gestione è più serena. Il risultato è perfetto in entrambe le cotture e dà al “cornicione incriminato” gusto, croccantezza e leggerezza tali che non vi accorgerete che lo state mangiando.

pizza kruger mezzometroLe Pizze Mezzometro sono realizzate con le migliori farine che Alessandro e Alessio scelgono e selezionano. Tutte artigianali e marchigiane. Il punto fermo del loro lavoro è che apprezza i prodotti locali, artigianali, trovati dove li fanno meglio. Mi raccontano della loro missione alla ricerca del “pomodorino perduto”. Quello che non ha bisogno di nessun condimento. Basta lui. Si sono fatti un viaggio in Campania e sono rientrati con delle chicche straordinarie. Le mozzarelle sono di Giulia Honorati. Le verdure e gli ortaggi di dove li coltivano meglio. I salumi locali e senza glutine. Un altro dei motivi per cui Mezzometro a Senigallia e Jesi è considerata, a ragione, la migliore pizza del centro Italia è la sensibilità di Alessandro che anticipa i bisogni dei suoi clienti e li fa sentire a loro agio. Una sensibilità che, unita all’intelligenza, ha creato tutte le pizze con le stesse farce anche senza glutine. Una spiga barrata le segnala sul menu. Sono buonissime. Le ho assaggiate. Fatte con farine alternative e gustose. Posso scrivere, senza timore di essere smentita, che Mezzometro ha riconciliato il celiaco e l’intollerante al glutine con la pizza. Ha reso piacevole un momento bello da condividere con le persone amate e con gli amici. E gluten free sono anche birra e primi piatti. Che meritano una parentesi quadra. Perché la graffa è per la pizza! Se le farce delle pizze partono dalle classiche e arrivano fino quasi alle gourmet (soprattutto per gli ingredienti spettacolari e genuini) i primi piatti, la pasta in genere, portano i nomi, rassicuranti, di ricette datate. Qui molto ben fatte. Ho assaggiato le pennette alla vodka. Alessandro ha provato a toglierle dal menu. Invano. Impossibile privare i suoi clienti della cremosità golosa “anni Settanta” che qui suona come un pezzo di Donna Summer. E a proposito di estate. È l’estate il periodo di punta per Mezzometro? Visto che a Senigallia è sul lungomare. Un po’ nell’interno però. Accanto alla ferrovia. I due fratelli mi confessano che d’estate c’è da impazzire e c’è la fila fuori. Ma che anche l’inverno non si scherza. E Jesi batte Senigallia.

Concludo, riconcigliata anch’io con la pizza, spiegandovi perché Mezzometro è la pizza più buona e più mangiata del centro Italia. Anni fa, dopo lo scandalo delle pizze gourmet criticate dai puristi, Dissapore (il portale online che mette il naso nei casi da comprendere) face una sorta di gara/classifica allo scopo di decretare un senso logico che avrebbe fatto da linea guida nella scelta della Pizza, con la P maiuscola. Il direttore di Dissapore, Massimo Bernardi, che conosco e penso sarà felice della citazione, aveva organizzato prove e degustazioni proprio da Alessandro e Alessio. Come sia finita questa ricerca magari, un giorno, lo chiedo direttamente a Bernardi e alla redazione del Gambero Rosso che era stata coinvolta. Fatto sta che è servita per accendere un faro su un grande prodotto lavorato italiano. Ha creato interesse e voglia di fare bene. Se la pizza che si mangia oggi, in giro per l’Italia, è molto più buona e più sana a qualcuno dobbiamo dire grazie. La classifica iniziale di Dissapore segnalava Mezzometro come la migliore del centro Italia. E al sud? A Alessandro e Alessio non toccate Gino Sorbillo! Hanno assaggiato anche la nuova produzione “milanese” di Gino. Perfetta!

Carla Latini

La “dolce” storia di Ilaria Traditi: dalle news agli amaretti

in Senza categoria da

Storia di una bella e “dolcissima” ragazza, Ilaria Traditi, firma importante di un quotidiano regionale, che è elegantemente uscita dalle inchieste e dalle news per entrare nel magico mondo delle farine, del pane e della pasticceria. Ora, scambiandoci i ruoli, sono io a scrivere di lei.

Me la trovavo sempre, lo dico con grande affetto perché spesso ero io ad invitarla e se non la vedevo la cercavo con gli occhi e le mandavo sms, in importanti eventi eno-gastronomici marchigiani. Presente nell’organizzare tour per altri colleghi in cantine famose, prima fra le prime a riunire i blogger del vino, sensibile a iniziative in embrione, come la città di Pergola che reclamava il suo posto al sole parlando di tartufo bianco pregiato. Abbiamo condiviso lunghe serate gastronomiche. Lei esile ed eterea. Una bambola bionda che assaggiava, chiedeva, mi coinvolgeva. Per qualche tempo Ilaria è stata un po’ la mia ombra/stampa. Ed io, so che posso scriverlo, uno dei suoi stimoli. Poi per un po’, come spesso succede a chi fa e disfà della sua vita (diffidate di chi non lo fa) ci siamo perse di vista. Non la leggevo più sulle pagine del quotidiano che l’ha vista crescere ed affermarsi. Voci e gossip me ne arrivavano di ogni. Poi il tempo passa e altri affanni occupano le tue giornate. Tre anni fa qualcuno mi racconta che Ilaria ha acquistato un panificio. Insieme ad amici investitori ha ridato vita ad un panificio in quel di Pietralacroce ad Ancona. Il pane prodotto dai suoi fornai è distribuito nei migliori negozi della città. Me ne parlano. Lo assaggio. Buono.

Poi la vita ci ha fatte rincontrare. Non poteva essere che così. Ci siamo scritte su uno di questi “maledetti” social e ci siamo riviste il giorno dopo. Lei con un sacchetto di amaretti in mano davanti al suo Market del Conero a Pietralacroce. Che sta, appunto, sopra il forno. Gli amaretti sono senza farina, buonissimi, teneri. Nulla a che vedere con i prodotti industriali che ce li hanno fatti odiare. Un po’ come è successo per i canditi. Sono piccoli, quasi rotondi. Ilaria in questa avventura ha soci oculati e pieni di esperienza. Gli amaretti hanno un marchio che si chiama La Valle. Quando l’ho incontrata, qualche giorno fa, mi raccontava che producono anche i “brutti ma buoni” ma solo quando è finita la raccolta della frutta secca necessaria che li rende unici. Dal forno escono anche biscotti, pane , dolci in genere.

In questo “supermercato sui generis” potete trovare di tutto: da detersivi e carte da forno, a prosciutti di Carpegna, cioccolato Domori, ghiotta e introvabile pasticceria da prima colazione Borsari. La frutta e la verdura sono in linea con la richiesta della clientela che, qui, è quella dell’Ancona silenziosa ed esigente. Il consumo delle mozzarelle di bufala della comune amica Giulia Honorati né è la dimostrazione.

Dopo l’incontro abbiamo deciso di non perderci di vista. Per voi anconetani che leggevate Ilaria sulle pagine di un quotidiano e online (online potete ancora trovare tutti i suoi articoli) sarà una golosa sorpresa assaggiare i suoi dolcetti. Qui mette la grazia e l’intelligenza unite all’intuizione ed a un briciolo di sana incoscienza che fanno parte della sua bella persona. Per assaggiare gli amaretti di Ilaria Traditi potete andare direttamente al Market del Conero che è in via Pietralacroce 33, la strada sopra i campi da tennis, oppure chiamare lo 071 34940 e chiedere direttamente in quale altro posto nelle Marche potete trovarli.
In Europa li ho già visti!

Carla Latini

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