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German Scalmazzi

A Casa Mirizzi il Pranzo di San Martino per Festeggiare i primi 50 anni della Montecappone

in Carla Latini/Mangiare e bere/Vini di Montecappone da

Sara Pandolfi è una Fatina Bionda munita di un mestolo magico capace di trasformare un’accogliente e calda cantina in un salone delle feste. Di quelle sontuose, quasi natalizie.  Al suo fianco il marito, lo Chef German Scalmazzi, arriva come il principe azzurro con la sua corte, il sous Chef Gianluca Guidi e un carrozzone favoloso dove ha caricato l’intero Chalet La Rotonda di Porto Recanati. Anticipato di pochi minuti da Mauro Follenti, il mitico macellaio di Civitanova Marche, che in questa favola domenicale somiglia al Gatto con gli Stivali. Nel corso della narrazione capirete perché. Il padrone di casa, Gianluca Mirizzi con la bella moglie Annarita, accoglie i numerosi ospiti. Che sono amici, clienti fedeli, giovani coppie. Insomma quella che mi viene da chiamare: bella gente. Il vero scopo di questo conviviale non è solo mangiare bene e bere meglio. E’ ascoltare ed imparare. Per questo, motivo in fondo alla sala, German ha costruito un palco dal quale ci racconterà ogni passaggio dei piatti che degusteremo. Accanto a lui Mirizzi, con il suo eloquio colto ma di facile ascolto, ci porta nel magico mondo delle vigne, del vino e dell’olio. Con la semplicità di linguaggio di chi segue la vita della produzione dalla terra al bicchiere.

I convenuti sono accolti dalle mie rosselle, piccoli crostini di grano duro al verdicchio, farcite con la concia fresca della salsiccia di Follenti. Cominciamo con golosa aggressività e brindiamo ai 50 anni dell’Azienda con il Sauvignon spumante Charmat. Una sorta di ‘in alto i calici’ che scalda subito l’atmosfera. La bella Sara ci invita a sederci. Tavoli tondi, centro tavola di croccanti grissini. Sembra di stare allo Chalet La Rotonda. Mentre ci servono la stupenda tartare di Follenti il padrone di casa ha in mano una bottiglietta preziosa. Contiene l’extravergine  monovarietale di Rosciola che ci viene portato a tavola un una ciotolina. Da annusare, da pucciare con l’indice e da leccare. Qualcuno fa giustamente scarpetta. Quella della produzione dell’olio per la Montecappone è stata un vero e proprio recupero delle piante già esistenti. Curate con maestria e professionalità hanno portato questi eccellenti risultati. Così come le vigne. Dalla carne cruda passiamo al celebre ‘ragù de lo Batte’. Mauro e German sembrano il Gatto e la Volpe, e Mauro ha sempre gli Stivali, quando raccontano la storia contadina del rito del raccolto. Io, nel mezzo, posso solo che divertirmi. Ma quanto ha bollito il ragù? Due ore anche di più. I trucioli godono di cotanta bontà e il ragù ringrazia. Un giro di parmigiano a piacere passa fra i tavoli. Come a casa. Perché, in fondo, siamo a casa. Casa Mirizzi. Rende omaggio al piatto il Verdicchio dei Castelli di Jesi 2017 Muntubé. Che in dialetto jesino vuol dire ‘molto bene’. Un vino pensato da Gianluca per ricordare, appunto, gli anni passati. Tutti i pregi del vino di una volta senza i difetti. Per il celebre Federico II Verdicchio dei Castelli di Jesi 2016 Scalmazzi crea sul palco i ‘Tortelli di ricotta e limone, brodo di parmigiano, zucca e pancetta’. Una delizia per gli occhi. Un’esplosione di sapori per il palato. Il pubblico, perché questo pranzo è uno spettacolo, applaude. Mirizzi spiega con soddisfazione la grande evoluzione di Federico II e, reduce da Merano Wine Festival, ci racconta dei numerosi premi presi quest’anno che arricchiscono il medagliere dei suoi meritati successi. Ed ora arriva il momento più sconvolgente della giornata. Follenti porta sul palco un coniglio crudo intero. Testa compresa. Mi aspetto reazioni poco simpatiche ed invece anche le signore in prima fila si dimostrano interessate a capire perché il coniglio non può essere scambiato per un gatto e come si fa a dissosarlo ad arte. Lo mangeremo di lì a poco trasformato dall’estro di German in ‘porchetta e pop corn’ di cotenna. Utopia Verdicchio dei Castelli di Jesi di Jesi Classico Riserva 2015, una delle chicche della cantina Mirizzi, rende omaggio a questo grande piatto. Gianluca ha dedicato al nonno Kylix Marche IGT passito che, nel tempo, si è affinato e ha trovato in questo nome la sua giusta dimensione. Lo beviamo con due pecorini marchigiani, uno meno stagionato dell’altro e con un dolce spettacolare, poteva mancare? Un cannolo di cioccolato fondente ripieno dal nome ‘sigaro di cioccolato, crema al mascarpone e crema di latte, terra ai cantucci e cacao 70%. Sazi, felici e ‘socializzati’, sembriamo ad una festa di matrimonio, Mirizzi ci accompagna in cantina. Per me non è la prima volta. Ma ogni volta è come se lo fosse.Un grande grazie va al Direttore Kruger Agostinelli che, come il pifferaio magico, conosce i nostri desideri e sa come realizzarli.

Buon Compleanno Montecappone! Ah, dimenticavo, al ritorno dalla cantina ci aspettavano caldarroste bollenti.

Carla Latini

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