Tag archive

Falconara Marittima

Disuguaglianza sociale da CoronaVirus

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk da

Mi è capitato di leggere un appello, anche se nei modi rischiava di sembrare una richiesta forzata, di far donare le indennità di funzione alla giunta comunale della mia città, Falconara Marittima.
Trovo francamente non efficace una battaglia contro questi modesti emolumenti. Rischia di avere più il sapore di una ripicca che di un effettivo bisogno di equità sociale.
Mi domandavo infatti se utilizzare invece quell’energia e giusto bisogno di equità, per far comprendere a tutti che si sta verificando un terremoto dentro moltissime famiglie apparentemente benestanti o presunte tali.
Già da questo mese c’è una parte di cittadini che percepisce regolarmente e legittimamente uno stipendio. Per contro una stragrande parte che non sarà in grado di resistere a questo stop epocale, non avendo più ne un compenso, ne uno straccio di reddito.
Ben vengano gli aiuti per l’emergenza alimentare e siano dati con scrupolosa coscienza a chi ne ha effettivamente bisogno. Per contro sarà bene analizzare le vere problematiche che si stanno verificando in questo periodo. Ed ho il sospetto che siano più o meno volutamente ignorate.
Personalmente mi viene il vomito a pensare a quante porcherie si nascondono dietro molti (ma non tutti) diritti acquisiti ma ce ne siamo per ignavia dimenticati.
Mi ricordo che quando chiudevano i negozietti tutti se ne fregavano mentre se ora chiude una catena di supermercati, grandi mobilitazioni. Siamo un popolo strano ma dovremmo imparare a combattere altre battaglie di giustizia in cui le ragioni non si misurano con chi urla o piange di più.
Non guardiamo se il piatto del vicino è più grande. Guardiamo semmai se può essere vuoto. Sarebbe un bel salto di civiltà.
#iorestoacasa

Kelly e Milo nei tempi del CoronaVirus

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

Kelly e Milo, i miei due fantastici pelosetti, mi permettono di raccontarvi una piccola storia che in fondo è l’allegoria della vita che stiamo vivendo in questi complicati momenti.
Kelly ha nove anni ed è (permettetemelo di dirlo) una bellissima labrador, divertente, giocarellona ma nello stesso tempo molto aristocratica nei modi. Milo invece, il nuovo arrivato, è un meticcio tricolore di due anni e mezzo. Ha diverse problematiche come accade spesso per tutti i cani abbandonati, ha ovviamente paura dell’abbandono e non si fida molto del prossimo soprattutto dei bambini e delle persone anziane. Ma per contro è affettuoso e molto, ma molto, geloso.
Di una cosa posso garantirvi che, superato il primo comprensibile momento di smarrimento, ora sono una coppia affiatata. Giocano, Milo è dispettoso ma la cosa piace a Kelly, I nostri amici dicono che lei si è ringiovanita ha perso peso ed è molto reattiva. A trarne i vantaggi è tutta la famiglia, figli ed amici compresi. La loro presenza è gioia pura e tutti coloro che hanno la fortuna di avere un cane mi capiranno perfettamente.
Eppure c’è un momento debole nel loro rapporto e gira intorno al tema mangiare. A parte i pasti, c’è durante la giornata un carosello di momenti in cui li omaggiamo di biscottini. Ed ora vi racconto quello che succede. Io tendo a spezzare lo snack in due parti diverse, più grande per Kelly che pesa 30 kg e ovviamente un terzo a Milo che pesa 15 kg.
Se sono disattento Milo che oltre a mangiare la sua razione è molto attento a ciò che fa Kelly, appena può gli frega la parte che lei avrebbe mangiato successivamente.
Ora la vostra reazione potrebbe essere, è più furbo e fa bene. Mi sono dimenticato di dirvi che ora Kelly è cieca e che quindi ha delle difficoltà nel gestire la situazione. Quindi, da tempo aspetto che finiscano insieme il loro spuntino proprio per evitare questi inconvenienti.
Tutto questo per dire che?
Vorrei che lo Stato facesse così come me, anche noi esseri umani, in questo momento difficile di CoronaVirus, Covid-19 o come diavolo volete chiamarlo. Cerchiamo di volerci bene ma non facciamo il tifo per i furbi, che spesso sono pure divertenti. Non dimentichiamo mai che quelli realmente in difficoltà, hanno dignità e non lo danno a vedere.

Alla ricerca di ricordi per un vecchio concerto di James Brown al Piranha di Falconara Marittima

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/pino scaccia da
Davide Zannotti ha pubblicato un post su Facebook di James Brown e il ricordo dei suoi spettacoli in zona. Ecco cosa mi ricordo e cerco di raccontarlo bene. Allora James Brown, nel periodo d’oro fu portato da Tonino Roby Carraro. leggendario proprietario del Covo Nord Est di Senigallia dove transitò il meglio dello spettacolo inizio anni 70 fra cui anche Fabrizio De Andrè e per gli amanti del soul ricordo uno spettacolo davvero emozionante di Ray Charles e ci fu pure Carol Douglas, allora cantante di successo grazie a Doctor’s Orders , Poi ci su il Carillon Cub di Cesano di Senigallia (che inaugurò con Gloria Gaynor ed il dj ero io) Poi il Piranha Club che subentrava al Krakatoa Club (già Garage Club) ovviamente un locale completamente nuovo che inaugurò con Donna Summer e poi portò pure Grace Jones e un doppio concerto (pomeriggio e sera) con James Brown. Poi rilevo’ anche il Billy Club di Senigallia che poi diventò Carillon Club. E portò allo Sferisterio Macerata pure Van Mc Coy quello di “The Hustle”. Ritornò James Brown un decennio dopo ma si trattò di uno spettacolo indecente a detta di tutti. Mal organizzato e lui decisamente fuori forma.
Di James Brown mi ricordo ancora perfettamente più che dei due concerti, ero un ascoltatore privilegiato essendo io il dj del locale, tre episodi in particolari. Il primo durante il pomeriggio mentre mettevo i dischi la presenza di James alle mie spalle che era interessato alla musica che mettevo. Il secondo episodio riguarda sempre James Brown che nell’intervallo fra l’evento pomeridiano e quello serale incontrai il bar centrale del Piranha che mi domandò testualmente quali erano i suoi brani che funzionavano da me in discoteca. Dal momento che il mio inglese era ed è inesistente mi fece da traduttrice Nicoletta Montanari (chissà se lo ricorda ancora) e gli spiegai che una di quelle canzoni non l’aveva fatta e si trattava di “Give it up or turn it loose”. A momenti si mangia vivo il suo direttore d’orchestra. Di quel giorno purtroppo non sono riuscito a trovare nessuna fotografia e neanche registrammo l’audio come invece successe con Donna summer https://youtu.be/1vH84jIgm0k . Il terzo aneddoto invece per Tonino Carraro che con ironia disse, se facevo distribuire dei volantini in Africa avevo più pubblico.
Le foto della serata potevano esserci grazie a Michele Cozzari, indimenticabile fotografo del Corriere Adriatico e chissà se fra Roby Carraro, Pino Scaccia, Fabio Saccuta, Loris Baldini e Luca Valentini riusciranno a fare il miracolo.

Fermate il mondo che voglio scendere ma ora non si può. #iorestoacasa

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

La parola d’ordine è cambiare le abitudini e stare fermi. Certo c’è chi chi come me parte avvantaggiato, l’abitudine principale della giornata, tre volte per la precisione, la passeggiata con Kelly e Milo, con relativo recupero negli appositi sacchetti delle loro deiezioni, rimane inalterata. Il contatto con i nostri animali domestici per fortuna è consentito. Poi la telefonata per scambiarsi le idee. esercizio che effettuo soprattutto con Fabio per commentare le stronzate politiche della giornata. Argomenti disgustosi ma anche questo è consentito. Poi la fortuna, in questo caso, di abitare a Falconara Marittima dove per la verità nulla o poco accade, quindi il rischio di indurre in tentazioni è pressoché vicino a zero.
Poi a casa si può leggere di più, guardare e magari riguardare film belli ma dimenticati, chattare con le persone che ci mancano ed ascoltare tanta tanta buona musica.Insomma ci dobbiamo impegnare per non ammalarci stupidamente, purtroppo ci sono persone che non possono scegliere e stanno male per forza.
Tutto sembra surreale, le strade vuote, un rallentamento di vita sociale che mi ricorda (e qui mi accorgo di non essere più un giovincello) di quelle domeniche con le targhe alternate.
Sono convinto che ce la faremo e che l’impegno che la nostra Italia ci sta mettendo per affrontare questo momento dimostrerà la differenza con quei paesi che hanno scelto la strada della furbizia. Certo dovremmo riflettere sulla fragilità della nostra società dove un imprevisto (sempre che si possa chiamare così) è capace di minare l’equilibrio instabile del nostro mondo.
Un ultimo appello ai giovani che una volta tanto possano parcheggiare il loro senso innato di ribellione e di apparente immortalità trasformandolo in spirito di amore verse le persone a loro care. Ve lo dice uno che come motto nell’inizio degli anni 70 aveva “fermate il mondo voglio scendere”.
E ricordare che fermare il corpo non vuol dire smettere di pensare.
A giorni migliori.

cosa penso di Falconara Marittima, la mia città

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano/politica da
Ho sempre pensato che c’è una soluzione per quei momenti nella vita, zeppi di incomprensioni. Occorre metterli in ordine e poi tradurli in parole scritte.
Sembra molto più di un gioco, è come ai tempi della scuola quando ci davano un tema. Ci sono da coniugare i fatti, i sentimenti e la sintesi del pensiero per essere più efficaci.
E se il titolo fosse “cosa pensi di Falconara Marittima, la tua città?
Ecco il mio svolgimento:
Una parola bandita nella mia città è meraviglia. Tutto naviga fra mediocrità ed apparenza. Si sono imbarbarite le idee, il gusto è diventano un ingombrante peso. All’ombra di un dubbio rischi di trovare un privilegio. C’è pure un sistematico disinteresse alla normalità e il vivere insieme dura lo scatto di una foto. E’ imbarazzante anche star zitti. E il cuore pure respira male.
(regurk 17 luglio 2019)
 

Stefania Signorini sindaco di Falconara Marittima un anno dopo

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/politica da

Quando ho deciso di fare un sondaggio pubblico sulla percezione del primo anno da Sindaca nella mia Falconara Marittima di Stefania Signorini non mi è passato neanche per l’anticamera del cervello di volerlo pilotare. Anzi conoscevo perfettamente tutti i rischi a cui mi sarei sottoposto, primi fra tutti dagli algoritmi di facebook che tende a nascondere tutti post, alle cordate pro o contro che potevano determinare l’esito. Non ho volutamente votato contro, ho scelto due belle foto e apprezzo pure l’ironia del voto contro se stessa della prof. Stefania. In quarantaquattro hanno giocato e qui potete vedere tutto tranne chi ha optato per il pro e chi per il contro: https://www.facebook.com/kruger2011/posts/2230040590378773 quello è un privilegio mio. Finale in linea con un anno fa il 50% preciso neanche a farci apposta.

Non ho mai nascosto l’insoddisfazione di avere una città priva di personalità e alla continua preoccupazione del consenso dei media e dei social a scapito di una seria o perlomeno coraggiosa progettazione che permettesse di imboccare una strada verso una città vivibile, intellettualmente briosa e intelligentemente friendly. Assisto annoiato ad un continuo chiacchieraticcio (tranne qualche rara ed illuminata eccezione) da bar dello sport o pro o contro. Ed il confronto delle idee e delle realizzazioni possibili una illusoria speranza. Quanto vorrei che il gusto e lo sforzo che la nostra Sindaca nell’apparire quotidianamente si concretizzasse in reale sostanza. Mi piace come si veste ma non basta. Insomma che forma e contenuti possano finalmente incontrarsi e non rimanere distratti sconosciuti. Che senso ha schierarci contro un muro che ci separa dal mare quando poi esiste un muro continuo ideologico e pratico in questa Falconara perché nulla cambi? Ci sono alcune belle risorse intelligenti in questa città che vanno messe in rete, altrimenti tutto rimarrà come una veniale bugia da far scrivere a pieni titoli su qualche disattento giornale.

Glauco Alderisio un uomo forte dal cuore gentile

in Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

RICORDANDO UN AMICO.

Eccomi qui con Glauco in una foto del 2002 ed ora ci provo nel tentare di volerlo raccontare. Di lui ho apprezzato sempre molto la sua energia e soprattutto la sua onestà intellettuale. Ho goduto del suo rispetto e al tempo stesso mi sono nutrito del suo amore per questa città. Una di quelle persone a cui non sfuggiva niente e che soprattutto non si appiattiva sui luoghi comuni. Un uomo di cultura, legato al suo territorio ma nel momento stesso ribelle e mai ipocrita. Insomma un’anima libera con il coraggio di prendere a pugni un rapinatore ma nel tempo stesso di commuoversi all’ombra di un sentimento.

Un sapore forte che si ama o si detesta. Ed io ho avuto la fortuna di volergli bene. Ci siamo sempre capiti, oltre le nostre mille differenze. Addio amico mio e che la poesia, che tanto amavi, possa esserti ancora compagna in questo nuovo e misterioso viaggio.

Un teatro a Falconara Marittima ma per recitare quale commedia?

in Giornalista e dintorni/politica da

Ho letto un post sulla pagina facebook “la sai l’ultima di Falconara Marittima” in cui si invita la Sindaca Stefania Signorini a pensare ai cassonetti dell’immondizia invece che al teatro.

E’ chiaro che trovo tutto questo pretestuoso e rischia inevitabilmente di mandare fuori tema il dibattito cittadino su ciò che necessita. E’ bene mettersi in testa che l’educazione civica è ai minimi storici, soprattutto nelle città povere del loro senso di appartenenza. Il problema del teatro invece va analizzato in un altro senso. Se serve per appoggiarci qualche associazione locale o poco più è un conto. Se invece diventa un recipiente culturale e d’intrattenimento serio merita una considerazione diametralmente opposta.

La mia percezione da cittadino, aldilà delle buone intenzioni fin troppo infantili, è che si voglia inseguire un consenso virtuale. In realtà Falconara necessita di una progettualità che possa rendere usufruibile il proprio territorio. C’è da allontanare il rischio quotidiano di una concreta desertificazione o peggio ancora di un’invivibilità irreversibile della città. Insomma se non funziona già bene una biblioteca o un caffè letterario e ci si affida a festicciole stile sagra, come possiamo pensare che con un teatro ci si riesca? Mancano idee, o perlomeno non si riescono a mettere in ordine nelle legittime priorità e manca soprattutto quella qualità che ne decreterebbe la differenza in positivo.

La città non può reggersi con uno spot ogni tanto, magari ideale al massimo per un insignificante selfie. Falconara Marittima ad esempio mi piace quando ci sono le emergenze meteorologiche (neve o bufere), avverto un funzionamento corretto e quasi immediato dei mezzi di pulizia (da non confondere con la polizia municipale dove occorrerebbe aprire un altro capitolo). Quindi si apprezza questa presenza che poi diventa rassicurante per i cittadini. Per contro trovo timido e troppo educato invece il comportamento nei confronti delle emergenze ambientali. Dove invece sarebbe opportuno incazzarsi realmente con le aziende che puntualmente maleodoranti inquinano. E soprattutto imporsi con quel carrozzone della Regione che da tutto questo ci guadagna pure tanti soldi, senza lasciare niente alla città.

Ci sono purtroppo sempre più ombre che luci in questa Falconara NoDog (altro tasto dolente in termini di insensibilità). Cerchiamo di non dare ora la colpa di tutto questo buio, magari a quell’ora legale che è da poco cambiata …

  • didascalia per la foto:  “E dopo la discesa il mare. La mia città non l’hanno mai saputa capire. Squarci di bellezza in un luogo violentato da prepotenze, indifferenza e incapacità”.

Quando la Cultura è come il cavolo a merenda

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/politica da

Questo post lo vorrei chiamare CAVOLO A MERENDA. Ho letto casualmente su uno dei vari manifesti inneggianti agli appuntamenti offerti in questo periodo nella mia città, questa specie sintetica di menu, che ho estrapolato dal manifesto e mi fa venire in mente una considerazione. L’utilizzo inappropriato del termine cultura, quasi a voler dare un vestito nobile ad una manifestazione popolare. Cutura in effetti è un termine che primeggia insieme a quello, altrettanto abusato in altre occasioni, di beneficenza. Ipocrisia o ignoranza? Se non ci riappropriamo di una progettualità concreta e qualificante come possiamo pretendere che i nostri cittadini possano finalmente saper consumare il prodotto che scelgono per quello che realmente è. Una città che si impegna a parlare un linguaggio comprensibile e nel tempo stesso stimola una crescita di proposte nuove può ambire ad allargare i propri orizzonti.

L’arte di acquistare e di vendere fra feedback e cattiva educazione

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk da

Guai se il feedback fosse usato soltanto in funzione di una personale vendetta o peggio ancora per concorrenza sleale. Nella nuova frontiera del consumatore c’è la possibilità di esprimere un giudizio per il servizio o il prodotto utilizzato. Ci vuole onestà intellettuale per esprimere un giudizio e per questo che personalmente ho scelto come metodo (considerando il tempo che gli posso dedicare) di descrivere o situazioni particolarmente felici o quelle che fanno incazzare. Oggi, ad esempio, mi sono sentito indignato oltre misura per il trattamento cafone e di non giustificata sufficienza in un supermercato, di cui riporto integralmente la mia recensione su Google. Sono stato commerciante per oltre venti anni e ricordo perfettamente la fatica per interagire con tutte i tipi di clienti che mi trovavo di fronte. Non nego che per alcuni di loro sarà stato pure difficile trattare con me. Eppure le ragioni vanno ascoltate e non si può liquidare tutto con un perentorio ed affrettato no. Inutile poi fare nei giorni precedenti (proprio in quel supermercato) , ironia della sorte, mi era stato proposto un questionario informativo fatto (scusate il francesismo) a caxxo di cane (non me ne vogliano Kelly e Milo). Forse prima di capire i gusti della propria clientela (e quelle domande credetemi erano di una banalità disarmante) poi ci si dimentica di fare un corso di educazione al personale addetto al box informazioni.
Se si vende un prodotto non sigillato di partenza, non si può poi non accettare il cambio perché è aperto. Comunque poco male da oggi avranno un cliente rompicoxxxoni come me. Anche se temo che certi comportamenti possano essere contagiosi. Acquistare in fondo può essere anche una filosofia di vita e come tale non va sottovalutata.

Go to Top