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Antonella Ruggiero si racconta aspettando il live al Tyche Friday del Donoma

in Donoma Civitanova/Eventi/Giornalista e dintorni da

Che voce quella ragazza! Era la lontana estate del 1975 e per la prima volta da Genova i Matia Bazar si esibivano nelle Marche, in un dancing ormai relegato ai ricordi, il Tapioka Club. La prima hit era “Stasera che sera” e lei, la cantante, Antonella Ruggiero. Poi una carriera esaltante fuori e dentro i Matia Bazar, la sperimentazione con i Subsonica e tante profonde esperienze fra musica sacra e lirica. Venerdì 23 ottobre Antonella Ruggiero sarà al Donoma di Civitanova, per il secondo appuntamento live targato Tyche Friday.

C’era un bel po’ di tempo fa un locale all’aperto di Falconara Marittima. Si chiamava il Tapioka. Qui ricordo un esordiente band genovese che si presentò per la prima volta fuori dai suoi confini. La cantante non era niente male mentre interpretava “Stasera che sera”. Inevitabile chiederle quanto contino per un artista le proprie radici.

<<Sono fondamentali, perché l’arte si fonda proprio sulle radici e su quello che un artista riesce a trasformare e rielaborare nel tempo. Le radici sono essenziali per una persona che vuole creare e fare arte in generale, non solo nella musica>>.

Un artista vero cambia e sperimenta per una propria esigenza creativa mentre il pubblico, lo sappiamo bene, spesso è conservatore. Antonella Ruggiero ha trovato il giusto equilibrio in tutto questo?

<<Credo di sì. Il pubblico non è tutto conservatore, anzi: c’è una platea che segue cose che radio e televisioni non passano, a parte qualche raro esempio di canale interessante. C’è la solita questione legata alla grande vendita che deve essere in qualche maniera propinata alla massa. Però c’è quest’altro tipo di pubblico, non piccolo ma composto da tante persone, che segue la buona musica che c’è in Italia, da nord a sud. Ci sono rassegne che sono la base di tutto quello che è l’altra faccia della medaglia, con concerti meravigliosi che non vengono certo promossi nei canali tradizionali. Ma internet e tanti mezzi di comunicazione fanno si che l’arte giri non solo per le lavorazioni di massa. C’è come un muro che separa le due cose>>.

Nell’autunno 2004 è stata la prima ed unica interprete ad aver ricevuto il permesso di cantare nella Santa Casa del Santuario di Loreto. Ma ha anche avuto importanti esperienze a Jesi o e Pesaro. Ha per caso qualche aneddoto sulle Marche o sui marchigiani?

<<Ogni volta che approdo nelle Marche mi trovo davanti a dei panorami e dei luoghi magnificamente conservati. Una regione straordinaria, sono veramente lieta di tornare a visitarla. Ogni volta scopro qualcosa di nuovo, qualcosa che mi era sfuggito in tanti anni di frequentazioni, visti i concerti fatti. Un grande luogo!>>.

La sua mobilità artistica in tutti i generi musicali è positivamente impressionante. Crede ancora di avere dei sogni nel cassetto da realizzare?

<<Non ho mai avuto sogni nel cassetto. Il cassetto è sempre stato aperto sia per deporre idee sia per tirar fuori progetti. Adesso stiamo ultimando ad esempio un lavoro molto importante, forse il più importante di questi anni: un lavoro realizzato nella cattedrale di Cremona con organo (suonato da Fausto Caporali) e voce. Sono 17 brani di musica sacra, veramente intensa e ben arrangiata. La cattedrale è un luogo adatto per un certo tipo di raccoglimento in musica. L’album uscirà a brevissimo e si intitolerà “Cattedrali”>>.

Può anticipare cosa proporrà al pubblico del Donoma nella sua imminente partecipazione?

<<Con me sul palco ci saranno due artisti straordinari. Il primo è il pianista Mark Harris, che ha lavorato per anni con Fabrizio De André. E’ stato suo arrangiatore, musicista e amico. Ama l’Italia profondamente. Poi c’è Roberto Colombo con i suoi suoni sintetici>>.

Tyche Magazine ogni mese ha una sua parola chiave su cui filosofeggiare. Ora tocca al termine VITA. A lei cosa provoca?

<<Creatività costante, prima di tutto quella del cervello. Il cervello funziona in maniera diversa da una persona all’altra. E’ il grande motore che mi fa venire le idee, crea suggestioni e movimenta costantemente quella cosa chiamata anima, chiamata interiorità. Dalla sensibilità e dal cervello parte l’azione, partono i progetti>>.

Kruger Agostinelli

Biglietti a 22 euro comprensivi di consumazione, disponibili su CiaoTickets e su TicketOne. In alternativa sarà possibile acquistarli (fino ad esaurimento posti) dal botteghino del Donoma dalle ore 21 in poi del giorno stesso dello spettacolo, venerdì 23 ottobre. L’ingresso al locale sarà possibile dalle ore 22 in poi e l’inizio dello spettacolo è previsto alle ore 23. La prenotazione dei tavoli si possono effettuare tramite l’infoline 0733775860

Negramaro ad Ancona: “Rivoluzione è rimettere al centro di tutto la vita”

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“ La Rivoluzione sta arrivando” è il titolo per un’opera di dodici brani inediti. Dopo cinque anni di silenzio discografico, ecco come si ripresentano i Negramaro, che domenica 15 novembre attereranno con il loro tour al PalaRossini di Ancona, grazie all’organizzazione di Tyche Eventi.

La copertina è una Jolly Roger, ossia la bandiera dei pirati, rivisitata in chiave Negramaro proprio per evidenziare i concetti chiave confezionati all’interno dove morte, vita, sentimenti e ironia sono le colonne portanti. L’ascoltiamo con attenzione su Spotify e l’impatto sonoro di questo lavoro non delude di certo. Un sound potente, intenso, intimo, inebriante  e riconoscibilissimo grazie all’interpretazione di quel Giuliano Sangiorgi divenuto un punto di riferimento irrinunciabile nel panorama italiano. Collaborazioni importantissime da Jovanotti a Elisa, da Claudio Baglioni ad Adriano Celentano e ultimamente voluto da Francesco De Gregori nel suo omaggio ai 40 anni di Rimmel.

‹‹La rivoluzione è rimettere l’uomo e la vita al centro di tutto, una specie di nuovo umanesimo – spiega proprio Sangiorgi – Tutto dipende dalla gente e per una rivoluzione non sono necessari santi o miracoli››.  Confermando che evoluzione musicale, attenzione alla società e inquietudini esistenziali sono un ottimo cocktail per realizzare grandi canzoni.

‹‹Inevitabilmente, per quanto i Negramaro abbiano mantenuto la loro identità musicale e chiunque ascolti il disco penso possa ritrovare i parametri del nostro sound, si cerca sempre di rinnovarsi. E’ il cambiamento stesso l’evoluzione, la voglia di rinnovarsi, che porta a creare e produrre cose nuove››, spiega il batterista Danilo Tasco.

Sangiorgi, ora che anche Ligabue interpreta la Taranta c’è il sospetto della omologazione dei suoni? Insomma globalizzazione anche nella musica?

‹‹A dire il vero qualche settimana fa la Taranta è arrivata a casa mia!  Ho avuto l’onore di avere da me due artisti del calibro di Paul Simonon e Tony Allen e abbiamo improvvisato insieme una jam session incredibile. Abbiamo suonato insieme “Lu Rusciu de lu mare”. Mi fa molto piacere che diversi artisti si avvicinino alla realtà della Taranta, per cui assolutamente ben venga che anche Ligabue e altri nomi importanti lo facciano››.

Dopo quindici anni di attività c’è il timore di invecchiare? Oppure sentite i benefici della maturazione?

‹‹Noi siamo orgogliosi di essere insieme e ancora inseparabili dopo così tanti anni. Siamo nati e cresciuti insieme, da anni condividiamo quasi tutto insieme, si può dire che viviamo insieme. E questa è la nostra piccola grande rivoluzione, perché rimaniamo sei pazzi che continuano a suonare e a fare ciò che vogliono, con la stessa passione dei primi giorni››.

Kruger Agostinelli

Negramaro ad Ancona. Domenica 15 novembre 2015 ore 21,30 al PalaRossini. Infoline 0733 817259. Prevendite online su TicketOne e Ciaotickets

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