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Clarence Seedorf

Lola “sei solo tu”, rivive per una notte l’atmosfera di uno dei locali più amati d’Italia

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La historia de Lola è molto più di un evento danzante. In effetti la moda dei vari remember e dei tributi nasconde troppo spesso una sorta di “vu’ cumpra” dei ricordi. Dei “mezzucci” per tirare su una serata e farci qualche soldo. Insomma tutto tranne che una corretta lettura della memoria. In pratica come se si volesse festeggiare l’Italia campione del mondo 1982 e si invitasse solo Franco Selvaggi. Per questo ci soffermeremo su un evento che non racconta soltanto la storia di un locale ma racchiude una filosofia innovativa dell’intrattenimento. Ci sarà “solo per una notte” l’animazione, i dj’s, le voci, la gente e le idee che l’hanno resa un Mito, con la emme maiuscola. Il Lola è nato nell’aprile 1992 e non ha mai chiuso in realtà. Un’avventura di ben 22 anni. Poi fu ceduta la gestione e il locale prese un altro nome. Questo per dire che non è stata cancellata l’anima del Lola. Ci affidiamo ai precisi ricordi di Aldo Ascani, che insieme al suo collaboratore storico Rudy Saracini sta allestendo questo evento.

C’è stato sempre un dualismo tra le discoteche emiliane e marchigiane ma questo fu un colpo clamoroso se ben ricordiamo.

<< Infatti il Lola non fu una discoteca, ma qualcosa di originale e diverso. E’ nato come un concetto filosofico diverso, si sentiva il bisogno di un sorta di happening dove ci si soffermava non tanto sull’oggetto ma sull’evento che si riusciva ad organizzare. Un club o “disco bar”, alternativo e innovativo rispetto al “piano bar”>>.

Diciamo una sorta di locale in divenire.

<< Infatti, era molto elegante, quasi un harem con legni pregiati e pelle di coccodrillo. Inizialmente un ambiente solo, con uno spazio dinner e non c’era un’offerta musicale ben precisa. Avevamo assunto come responsabile una coreografa importante, Tania Piattella, una prima ballerina della Rai che all’epoca faceva “Fantastico” con Pippo Baudo. Con lei, Nicoletta Montanari e Lucia Spadaccino, entrambe dj radiofoniche molto apprezzate, si organizzavano durante la serata delle piccole performance, godibili dal pubblico tra un cocktail e l’altro.>>

Poichè il destino è il maggior azionista dell’intuizione, succede che…

<< Che incappiamo in una curiosa situazione. C’era un cameriere che si faceva notare per il numero di bicchieri che faceva cadere dal suo vassoio ogni volta che sparecchiava. Ma, come per magia, quando Nicoletta o Lucia proponevano le prime sonorità latino-americane (genere allora sconosciuto dal grande pubblico ndr) lui iniziava a muoversi a tempo e tutto filava liscio. Un fatto curioso che non sfuggì ad Ezio, mio fratello. Indagando scopre che il cameriere, sposatosi con una venezuelana, aveva una piccola scuola di latino-americano>>.

Stai parlando di Luciano della Conga…

<<Esatto. Così Ezio, grazie a questo input, iniziò a strutturare il locale di questo primo Lola con una parte esterna estiva, dandogli un sapore caraibico e “spagnoleggiante” riuscendo a creare una speciale atmosfera. Pensate che fu talmente risonante il grande successo riscosso che fu celebrato nel panorama italiano dei club “alternativi” come un inimitabile numero uno. Addirittura ricordo che in occasione della notte del 15 agosto un elicottero con una troupe della produzione di Roma della Rai fece delle riprese dall’alto per un servizio che poi è andato in onda su tutte le reti. Se ce ne fosse stato bisogno diciamo che fu la definitiva incoronazione>>.

Uscivate dal mondo integralista delle discoteche e delle cubiste.

<<Facemmo delle stagioni estive talmente strepitose che abbattemmo qualsiasi concorrenza, anche di altri nostri locali, compreso il Green Leaves>>.

C’era un giorno di maggior attrazione?

<<Non c’era. Da lunedì alla domenica c’erano solo chilometri di fila per entrare. Era fantascienza, di livelli disumani. Al di là del fenomeno Lola, c’è stato un fenomeno di pubblico. Al Lola veniva la “crème de la crème”, dalle Marche e oltre. Da Rimini, Riccione, ma anche dalla Puglia, dal Molise>.

Nelle notti del Lola mi risulta che c’era anche il pubblico che conta. Con gli stessi addetti ai lavori che diventavano clienti…

<<Anche loro erano sorpresi di quello che stavamo facendo. Della Valle con la Girombelli erano clienti assidui, oltre a tanti artisti. C’era Vasco Rossi, con cui avevamo un’amicizia forte già prima del Lola, Antonio Albanese, gli Stadio, Biagio Antonacci. Era diventato un punto d’incontro impressionante anche a livello artistico. Ma anche in seuito un polo d’attrazione per vip. Per dire, Barbara Berlusconi era una cliente fissa perché aveva amici nella zona del Conero. Così come Enzo Iacchetti, Clarence Seedorf, Walter Zenga o l’indimenticabile Pietro Taricone: si sentivano clienti e non venivano importunati da nessuno. Era casa loro>>>.

Poi arrivò l’incendio.

<< Era il 9 ottobre quando l’hanno incendiato. Un rogo che emotivamente commosse tutto il mondo della notte, tale era l’attaccamento a questo simbolo diverso del divertimento. Dopo quasi un anno è stato ricostruito, ampliando completamente il concetto latino. Così si è passati ad una struttura unica, diventando locale nazionale della musica latino-americana. E sono passati i più grandi a calcare il palco del Lola, penso ad Oscar D’León. Un palco che si è arricchito anche di altri stili internazionali come il “surf”>>.

 

 

Che pubblico ti aspetti? Ci saranno anche i giovani oppure è solo un ritrovo per nostalgici?

<<Certamente ci saranno anche giovani. Soprattutto quelli assetati di qualità della notte>>.

Sono passati oltre 20 anni. Che slogan conieresti oggi per il Lola?

<<Sei solo tu>>.

Kruger Agostinelli

nella foto l’abbraccio di Nicoletta Montanari a Pietro Taricone

 

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