Viva la comicità popolare, quella che piace alla gente. E su questo che hanno puntato Panariello e Pieraccioni e, per tanto per fare una battuta, i Conti sono tornati. Sembrava un super show televisivo del sabato sera di altri tempi, stavolta invece che dal divano l’abbiamo visto da una sedia del Palasport di Ancona. Quindi inutile contare le battute riciclate e quelle nuove, il divertimento c’era ed è stato fruibile per tutti il tempo del lunghissimo show, oltre ma decisamente oltre le due ore.
Ad Ancona (e quindi anche alle Marche) il merito di questo battesimo del palcoscenico, a proposito sinceri complimenti agli organizzatori, a cui il trio toscano ha dedicato un esilarante e personalizzato sketch iniziale con inevitabili doppi sensi. Pieraccioni si sbizzarisce subisco quando affronta il tema dei mestieri nelle Marche, puntando deciso sugli scarpari, <<le scarpe con i pallini sotto sono anche un buon passatempo, provate a calpestare una cacca e poi a pulirle >>. E poi l’elogio incondizionato alla cucina della nostra terra, dove Carlo Conti, con una gaffe volontaria o involontaria poco importa, storpia i “moscioli”, prontamente rimediato da un Panariello sprint che imitando Renato Zero inneggia poi al “ciauscolooooooo”. Il colpo di grazia poi arriva dal solito, piacevolmente redivivo Pieraccioni che si concede una divagazione sull’argomento vini, quando racconta della cameriera che gli domanda <<hai mai provato la passerina?>>.
Insomma uno spettacolo un po’ “Amici miei” e tanto stile “stile film panettone di Natale”. Nessuno spazio per il varietà ma un palcoscenico che sembrava un grande bar di periferia d’altri tempi, quelli solo per uomini, dove si può dare spazio a ricordi bugiardi e parlare di improbabili avventure con le donne. Una leggerezza che piace, tira l’applauso e rende complice il pubblico in ogni istante.
Anzi diventa una situazione contagiosa quando uno spettatore in fila per l’uscita ci prova anche lui con una battuta, “mancava solo il quarto comico toscano” a cui mi aggancio anche io aggiungendo “tranquilli non sta parlando di Benigni…” e giù di nuovo tutti a ridere.
Saper sorridere è una buona maniera per ricominciare.
Kruger Agostinelli