“Passione live, da Viviani a Pino Daniele un passato che diventa futuro”. E’ questa la proposta musicale che domenica 20 settembre 2015 concluderà il XV Festival Pergolesi Spontini al Palazzetto dello Sport Triccoli di Jesi. Ci sarà un cast importantissimo, formato da Almamegretta & Raiz, James Senese & Napoli Centrale, Pietra Montecorvino, Gennaro Cosmo Parlato, Monica Pinto & Spakkaneapolis 55, M’barka Ben Taleb, e la guest star Eugenio Bennato. Ne parliamo con James Senese, una figura storica degli ultimi cinquant’anni della musica napoletana e che ama definirsi cosi (da Je sto ccà, di Carmine Aymone – Guida editore): <<Io sono nato nero e sono nato a Miano, suono il sax tenore e soprano, lo suono a metà strada tra Napoli e il Bronx, studio Jhon Coltrane dalla mattina alla sera, sono innamorato di Miles Davis, dei Weather Report e in più io ho sempre creato istintivamente, cercando di trovare un mio personale linguaggio, non copiando mai da nessuno…il mio sax porta le cicatrici della gioia e del dolore della vita>>. Lo rintracciamo telefonicamente e ne nasce una piacevole chiacchierata.
Senese, tu sei stato uno degli interpreti storici della nuova musica napoletana. La strada intrapresa allora è andata nella direzione giusta?
<<Credo di sì!>>.
Con Napoli Centrale si è verificato un risveglio culturale fuori dalla musica tradizionale? E’ stata dura?
<<Dura senz’altro ma penso che ce l’abbiamo fatta. Del resto da Napoli Centrale hanno attinto un po’ tutti i musicisti napoletani e non solo>>.
“Passione live, da Viviani a Pino Daniele un passato che diventa futuro”. Puoi anticiparci qualcosa?
<<Ci saranno entità napoletane molto forti, laddove ognuno di noi racconterà parte della sua musica e della sua vita. Poi ci saranno brani tradizionali, che non potevamo non mettere in scaletta. Sono pezzi che ci appartengono da quando siamo nati. Sarà un connubio molto elegante>>.
E’ vero che gli appassionati della musica tradizionale napoletana, perlomeno inizialmente, non erano tanto entusiasti delle note di Pino Daniele?
<<Verissimo. Infatti il primo disco di Pino, “Terra Mia”, non ha venduto molto. Come al solito, il popolo in generale ci mette molto tempo a capire determinati sentimenti. La situazione è cambiata quando abbiamo fatto il primo disco con Pino. Da lì si è svegliato tutto>>.
In un momento difficile per la nostra nazione la musica può unire?
<<Senz’altro, la musica appartiene all’Universo. E’ qualcosa che ti fa star bene>>.
Inevitabile che ti chieda di un ricordo personale dell’amico Pino Daniele.
<<Con Pino siamo stati i primi a conoscerci. Lui ha fatto parte di Napoli Centrale, suonando il basso per due anni. La nostra amicizia era molto forte: io ho 10 anni più di lui e mi trattava come un fratello maggiore, o un padre. Ha attinto moltissimo dai miei consigli. Da Napoli Centrale ha imparato molti sentimenti nascosti>>.
E nel dopo Pino Daniele chi brilla nel futuro della nuova musica rock napoletana?
<<Ci sono diversi nomi come Enzo Gragnaniello, Enzo Avitabile, la stessa Napoli Centrale. Pino era Pino però. Dopo di lui dovrà succedere qualcosa. Un’altra rivoluzione>>.
Una ragione in più per venire a vedere questo live?
<<E’ carico di sentimenti>>.
Kruger Agostinelli