Il dottor Mauro Mario Mariani è un medico, mio amico da diversi anni, che si definisce “mangiologo”. In realtà è un angiologo votato anima e cuore al concetto che per essere in salute occorre nutrirsi in modo sano, con prodotti locali freschi e stagionali.
Gli voglio chiedere cosa ne pensa di un argomento di stretta attualità: l’olio di palma.
<<Premetto che sulla produzione di olio di palma c’è stato negli ultimi trent’anni quello che io definisco un “olocausto ecologico” – esordisce il dottor Mariani -: abbiamo assistito ad una pesante deforestazione in Indonesia e Malesia a favore delle nuove industrie a cielo aperto dell’olio di palma. Le multinazionali in continua richiesta di questo “nuovo grasso”, per timore di non avere più frutti dai quali estrarre l’olio nelle zone dove queste avevano il loro habitat naturale, hanno invaso altri territori abbattendo le piante presenti a favore di nuove piantagioni di palme. Laddove le palme non c’erano sono state messe a dimora, con danno enorme all’ecosistema, agli animali e alla terra. Il problema per la nostra salute sopraggiunge quando l’olio di palma contenuto nei cibi industriali viene lavorato e raffinato diventando ossidato, andando così ad innescare nel nostro organismo processi di aterosclerosi: il primo passo verso infarto e ictus. Purtroppo allo stato attuale l’olio di palma è ingrediente fondamentale per moltissimi prodotti industriali, specialmente quelli che diamo ai nostri figli>>.
Per questo motivi tu, nelle tue trascinanti lezioni, esorti a non mangiare industriale.
<<C’è un allarme. Mai come ora sotto i 30 anni ci sono tante nuove malattie e non solo metaboliche. La correlazione con il “cibo cattivo” è spesso evidente e diretta. Non so se riusciremo a salvare i nostri figli da quanto è stato fatto sinora, ma almeno proviamo a salvare i nostri nipoti. Ci vuole così poco per mangiare salutare. Non vi chiedo di essere salutisti, ma salutari sì>>.
Torniamo all’olio di palma. Raffinato fa molto male e siamo tutti d’accordo. Ma si sta creando confusione. Cos’è ora questa storia della spremitura a freddo?
<<È vero, si stanno mescolando le carte. L’industria usa solo oli raffinati ad alte temperature. L’olio di palma spremuto a freddo è un grasso buono, insaturo. E’ il cosiddetto “red palm oil”. A freddo contiene betacarotene, licopene e tanti altri preziosi antiossidanti che proteggono dalle malattie. Il problema è che questo tipo di olio non arriva mai sulle nostre tavole perché, ribadisco, le industrie lo scaldano ad alta temperatura per i loro processi produttivi, diventando così saturo per un processo che lo porta ad ossidazione. L’olio di palma naturale perde addirittura il caratteristico colore rosso quando viene scaldato>>.
Recentemente stiamo assistendo ad una campagna a favore dell’olio di palma. Ma il nostro olio di oliva che fine fa?
<<Voglio gridare ai produttori di olio evo italiano di svegliarsi! Devono ergersi a difensori della dieta mediterranea sostenuta proprio dall’olio evo. Oggi si consuma meno olio di oliva evo nel nostro paese non solo per colpa della crisi economica ma per un’incultura alimentare che stiamo subendo>>.
Cosa possono fare?
<<Bisogna fare squadra, educando i nostri ragazzi ai giusti gusti e tradizioni. Facendo cultura. D’accordo nel difendersi dall’olio evo industriale, una grande battaglia etica, ma non basta. Occorre iniziare quella contro l’olio di palma, che è già vinta ancor prima d’iniziare. Basta comunicare tutti i pregi salutistici dell’olio evo. Quello di palma accanto a lui scompare, figuriamoci quando poi parliamo di quello lavorato e raffinato industrialmente>>.
Il dottor Mariani sta per sbarcare su Tyche con una rubrica a te dedicata…
<<Sono grato all’editore di Tyche per questa opportunità. Sarà un altro importante palcoscenico dal quale non smetterò mai di “comunicare salute”, raccomandando di mangiare prodotti freschi, magari coltivati e raccolti da noi stessi, e pesce pescato dal nostro mare. Ricordi vero qual è il mio piatto preferito? Le puntarelle con le alici…>>.
Carla Latini