I tanti COME di Tyche, i nostri ospiti rispondono…

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COME è il primo termine protagonista che animerà Tyche magazine in edizione cartacea. E’ un momento di riflessione che ci servirà per sviluppare la nostra fantasia e la passione per la ricerca di ciò che spesso, inconsapevolmente, tendiamo a utilizzare ma non a descrivere. Insomma un punto di partenza per farci incontrare dentro una discussione. COME se ci pensate bene, è un elemento che ci permette di fare delle potenti comparazioni. Molto più di un paragone, ci possiamo trovare il senso profondo di una descrizione. E se poi gli mettiamo un punto di domanda, quel COME rende giustizia a tutte quelle curiosità che ognuno di noi dovrebbe legittimamente nutrire. Quasi a volerci trasformare in moderni giornalisti d’assalto. Oppure, prendendo in prestito “Come mi vuoi?” un titolo di Paolo Conte, il tentativo coraggioso di venirsi incontro. Il consiglio da questo primo numero e quindi anche quotidianamente sul nostro portale, sarà di non subire passivamente ciò che proponiamo ma affrontare, condividere e sollecitare il movimento di ogni argomento che vi stimolerà. Buon Tyche a tutti e COME? Magari iniziando a collezionare questo primo numero.

Kruger Agostinelli

I TANTI “COME”

Gaetano Curreri (cantante degli Stadio): <<Come è un gancio che ti permette di stabilire il contatto. Il Come è qualcosa di breve ma al tempo stesso molto profondo. Come è il sipario che si apre>>.

Giulio Base (attore e regista): <<Il know-how. Come fare, come saperlo fare, come riuscire a farcela. La risposta è sempre nel lavoro, nella preghiera, nel sudore>>.

Adolfo Guzzini (imprenditore): <<Come migliorare la qualità della vita attraverso la luce. Quello che noi chiamiamo Social innovation through lighting. È proprio su questo “come” che si basa tutta la nostra attività di ricerca. È un impegno sociale che abbiamo assunto nei confronti della nostra comunità: lavoriamo per migliorare, con la luce, il rapporto tra l’uomo e l’ambiente>>.

Germano Ercoli (imprenditore): <<Mi vengono in mente tutte le domande sul Come fare in questo momento, quali soluzioni adottare. Noi, nonostante la crisi, continuiamo ad investire su opere nuove>>.

Marino Severini (cantante The Gang): <<Come… primavere! Penso allo specchio di questa nostra primavera, una stagione dove è bello tornare nel giardino ad ammirare i fiori. E’ un bel giardino. I fiori del resto nascono in primavera e non in autunno. Ecco, vi auguro primavere>>.

Martina Colombari (modella, conduttrice televisiva): <<Come quando la sera sono sul divano, tra mio figlio e mio marito, e penso di essere la persona più fortunata del mondo>>.

Pino Scaccia (giornalista): <<Come è importante, ispirandoci un po’ alla filosofia buddista che parla di approccio. Mi viene in mente una battuta che mi fece Graziano Mesina, il Re del Supramonte il capo dell’anonima sequestri sarda, “tu mi piaci perché non usi taccuino” in quanto i taccuini gli ricordavano gli interrogatori. E quindi mi ha confermato che anche il come ti avvicini ad un’intervista è decisivo>>.

Nicola Verolini (imprenditore cinematografico): <<Come, può essere interpretato in mille modi. A me piace pensare all’incipit di una risposta, non in forma interrogativa. Il cinema visto come… un concerto vissuto come… e così via. Questo perché, per carattere, mi piace trovare le risposte più che fare domande>>.

Rolando Pecora (sindaco di Montelupone): <<Come: già la parola mi ispira fantasia. Come leggere la realtà, come svilupparla, come risolvere un problema. I tempi odierni richiedono fantasia>>.

Giulio Vesprini (artista e grafico): <<Come si crea. Con tanta volontà e senso del dare, con l’intenzione di voler lasciare una traccia e un segno. Lo si fa creando anche una rete, parlando alla gente. E rimboccandosi davvero le maniche>>.

Gino Troli (presidente Amat): <<Le Marche devono fare come certe regioni della Francia, che con la cultura hanno trovato la loro consacrazione internazionale>>.

Angelo Serri (patron Tipicità) <<Come far crescere la regione, che è l’imperativo che ci guida. Cerchiamo di farlo con chi come noi ha a cuore le Marche>>.

Flavio Corradini (rettore Unicam): <<Bisogna imparare a valorizzarci l’un l’altro. Come farlo? In modo concertato e condiviso. Insieme. E imparare a fare delle scelte. Se tutto il sistema si basa su un discorso di soli tagli e di spending review senza programmare una strategia di crescita non faremo passi in avanti>>.

I NOSTRI COME

Emanuele Pagnanini: <<Riecheggia un ritornello, “Come si cambia per non morire…”. E dalla canzone, la mente svicola verso il concetto di evoluzione. Come si cambia per sopravvivere adattandosi all’ambiente. Così diventa metafora della vita di ognuno. Come eravamo e come siamo cambiati, come siamo arrivati ad essere ciò che siamo oggi. Il frutto di un percorso che lascerà semi quando non ci saremo più, per continuare ad evolversi>>.

Michele Mastrangelo: <<Dobbiamo lottare. Come un pugile che sa incassare bene>>.

Salvatore Lattanzi: <<Come nebbie che dovrebbero diradarsi, come scogli che ebbri di spuma dovrebbero disfarsi, come gioie che di incubi empi dovrebbero dissolversi potremmo sentirci.

Invece come lupi che di territorio non sono sazi, come imperatori che di vacillanti sogni di conquista s’inebriano ci sentiamo, come scempio d’assassino soddisfatto ci sentiamo sopraffare.

Come giusti in sermoni decantati, come sciocchi che di concetti non hanno sentore, ma che di viltà umana hanno saputo cogliere nuova linfa. Così noi ci sentiamo, come il come che di spiegazioni non ha bisogno perché empi di buoni concetti serbano in petto forza, che di virile nulla dimostra.

Come il come che i fanciulli s’infliggono sapendo di errare, ma che di giustezza nel loro piccolo ardore fanno proprio il giusto che di umana comprensione le più alte vette raggiunge senza corruzione.

Come il come di mio fratello sconosciuto io colgo il sapere, perché di giusto so che mi raccontarono, e se anche di mio non fossi cosciente, saprei che come me, proprio per il come concetto avulso da pregiudizi, io riconosco ciò che di vero seppero insegnarmi.

Come il come, che di umana specie si ripudia io amo, il suo essere presente perché se pecco di superbia  il come si staglia in su per il cielo, a dirmi che di diverso solo ciò che volle Dio mi rimane.

Come, e come semplice paragone lontano da metafore si delinea, perché di genere si differenzia, ed io in lui mi specchio perché anche d’intelletto voglia ignorarlo come e come si presenta in sua essenza, ed io ignorarlo non posso.

Come, se domando mi si risponde, come se dubito mi si paventa, come se volessi far paragoni mi è utile. Il come nel suo splendore oggi mi è amico perché nel suo molteplice utilizzo oggi risulta nuova cosa, che nell’insieme di frasi compiute mi aiuta a compiere il mio destino>>.

 

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