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Errico Recanati, chef stellato, e lo spiedo di nonna Andreina

in Senza categoria da

Questa estate la parola d’ordine di Andreina a Loreto sarà alleggerire la cucina dei ricordi. Che diventa più attuale grazie alle tecniche ed alla fantasia di Errico. Qui si trova lo spiedo più antico delle Marche. Nonna Andreina tirava la sfoglia, faceva gli gnocchi, curava lo spiedo con la dedizione delle donne di un tempo. Errico Recanati, il nipote , figlio di Mamma Ave, marito della bella Ramona Ragaini, nonché papà di Rachele e Riccardo,  ha dato una svolta personale al locale che è meta di tutti i bon-vivant bazzicanti le Marche. Freschi di stella, lui e Ramona non trovano un momento per fermarsi a pensare. Travolti dall’inevitabile popolarità che la Michelin regala a chi la merita. Abbiamo gustato la cucina di Errico alla Trattoria Gallo Rosso a Filottrano durante una cena a quattro mani e due teste. Una cena in cui è riuscito a sintetizzare al meglio il contenuto delle prime righe. Soprattutto con due piatti: la Spugna di foje strascicate, ottenuta con lievito madre, è una pallina verde di mollica alle erbe soffice e deliziosa, e la Faraona in olio di cottura semi e fiori, un piatto “simulato” nel senso che i semi tostati intorno al cilindro di faraona simulano una grigliatura che la carne non ha subito. Stesso sapore. Tenera come i fiori che la circondano.

Ramona ci racconta che i ravioli con pollo in potacchio subiranno una trasformazione tecnica senza abbandonare il sapore, unico, che li ha resi così famosi. Stesso procedimento, anzi forse più spettacolare, per i vincisgrassi, composti al tavolo con quel rito magico e coinvolgente che vede il maitre, o il cameriere, finire il lavoro del cuoco. Questi vincisgrassi si chiamano “Secondo noi”. Ramona porta in tavola i pezzi di sfoglia all’uovo lessati, la carne marchigiana macinata, dei pomodori confit e della besciamella bollente. Monta lo scacco di vincisgrassi per ogni commensale, lo “nevica” di parmigiano e lo fa gratinare con il cannello da cucina. Bello da vedere e trait d’union perfetto fra cucina e sala. Domandiamo dello spiedo. Quello c’è e ci sarà sempre. Anzi ci sono delle idee nuove ma non posso anticiparle. Allo spiedo piccione, maialino e agnello. Affumicati per antipasto. Con Errico, il Ristorante Andreina si è avvicinato al pesce. Il mare è a due passi ma carni e cacciagione hanno sempre avuto la meglio. Ora c’è un nuovo piatto a menu che celebra il pesce e rende omaggio alle Marche. E’ un risotto con crema di peperoni rossi, alici di San Benedetto e panna montata. Cromatismi golosi e intensi. Il rosso in cucina ha sempre un suo perchè e la panna è candida. Panna e alici. Meglio del burro.

Azzardo e chiedo a Ramona: un vegetariano da voi cosa mangia?

<<Ci siamo organizzati molto bene. Le convinzioni delle persone vanno rispettate. Errico fa un eccellente carciofo fritto prima marinato nel verdicchio, un flan di pecorino di fossa con pere caramellate e dei ravioli a sorpresa ripieni del classico “fricandò”. A sorpresa perché in qualche raviolo capita la patata, in altri la melanzana, in altri peperone e zucchina. Sono molto apprezzati anche da chi poi si lascia andare con lo spiedo>>.

Ci piace molto questa naturale evoluzione e questa contaminazione di sapori che con pazienza Errico ha inserito nell’ingessato e classico (sempre verde e apprezzato) menu di Nonna Andreina. Tranquilli amanti della tradizione: gnocchi, tagliatelle, griglia e spiedo non mancano mai! Ramona, seguendo le orme professionali di Ave, vi stimolerà con etichette marchigiane che meritano di essere stappate. Per lei un percorso formativo da sommelier interrotto, un paio di volte, dal ruolo principale di mamma di Rachele e Riccardo. E fuori, nel dehors, questa estate passerete piacevolissime serate a lume di candela. Carnivori, vegetariani e vegani tutti. Durante la serata al Gallo Rosso la giovane coppia si è poi sottoposta alla domanda di Tyche, cioè la mia: Candido che ti fa pensare? Nel video potete ascoltare le loro risposte.

Carla Latini

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Gran varietà all’inaugurazione dello Shada e l’atmosfera si riscalda in riva al mare

in Eventi/Shada Civitanova da

Lo Shada apre il sipario alla terza stagione e mette tutti d’accordo. Uno show impeccabile, fatto di azzeccatissimi interventi, ha reso il senso di un vero e graditissimo “Gran Varietà”. Aldo Ascani, direttore artistico dei venerdì di “Legati ad un granello di sabbia”, il format vincente del locale civitanovese, è stato acutamente molto “chiambrettiano”, tanto per usare un termine televisivo. L’atmosfera si è riscaldata a dispetto della serata meteorologicamente molto distratta e poco estiva. Dall’osservatorio privilegiato del tavolo Thyche Eventi, presenti il direttore generale Salvatore Lattanzi, l’amministratore Mimmo Sicolo e il sottoscritto, è transitata tutta la stampa locale (Corriere Adriatico, Messaggero e Resto del Carlino), il manager Nicola Verolini e il cantante Mark Zitti. Sul palco, di tutto e di più in un carosello di emozioni e sorprese. Una menzione particolare, e non poteva essere altrimenti, all’illusionista Simone Al Ani, vincitore dell’edizione 2015 di Italia’s Got Talent. Due uscite di grande effetto. Stupore ed ammirazione di fronte all’arte della sabbia con la performance originalissima di Paola Saracini Anche le attrazioni proposte dal Circo Takimiri hanno saputo colorare per sensualità e ritmo i perfetti ritmi della cena-spettacolo. Di gran pregio la voce di Gloria Turrini in coppia con Mecco Guidi al pianoforte. Poi a concludere, la seconda parte dedicata alla dance vintage affidata a Fabrizio Breviglieri alla consolle. Il prossimo appuntamento di “Legati ad un granello di sabbia”, venerdì 6 giugno 2015, vedrà protagonista uno degli showman più amati del momento, Matteo Borghi.

Kruger Agostinelli

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Premiato il Tabano Bianco, il vino che fa innamorare le donne

in Mangiare e bere da

E’ marchigiano il miglior vino bianco italiano secondo la guida di Luca Maroni che ha dato 99/100 al Tabano Bianco di Montecappone Jesi. La notizia è circolata sia nella stampa specializzata che in quella nazionale poichè la guida uscirà nel prossimo novembre. <<E’ un vino che fa innamorare le donne – dice sorridendo il grande capo Gianluca Mirizzi – la bottiglia in effetti è un’alternativa marchigiana ai vini aromatici altoatesini e alsaziani, da abbinare ai frutti di mare. Si tratta di un blend fra uve di sauvignon, moscato e verdicchio dei Castelli di Jesi.>>
Gianluca ed Annarita Mirizzi Spumante Sauvignon Montecappone  Tyche MagazineLe soddisfazioni non nascono solo dentro la bottiglia ma anche fuori ma anche fuori. Ad esempio, nell’etichetta. Per l’ultimo nato di casa Montecappone, lo spumante Sauvignon Bollicine, Mirizzi si è voluto rivolgere ad una fonte creativa diversa, come diverso è il target cui il vino è destinato. <<Abbiamo cercato di incontrare i gusti di una fascia più giovane di consumatori, per questo volevamo un concept grafico più fresco e spontaneo. Così abbiamo affidato il compito ad un liceo artistico>>. Dunque è stata creata una efficace sinergia tra il mondo dell’impresa e quello della scuola, uno di quei segnali che spesso manca nell’imprenditoria. Alla scolaresca che ha presentato il progetto più accattivante, sono stati donati due proiettori. Scelta un’etichetta raffigurante l’impronta che la bottiglia ghiacciata lascia quando viene appoggiata ed ha la particolarità di essere in rilievo con colatura di argento. Questo permette di avere un’etichetta dalle caratteristiche tattili uniche.
L’iniziativa delle cantine Montecappone apre, di fatto, uno dei più attesi appuntamenti nel mondo degli “enonauti”: Cantine Aperte. In tutta la regione, 74 aziende vinicole sono pronte ad accogliere i visitatori nelle giornate di sabato 30 e domenica 31 maggio 2015. Assaggi del meglio delle produzioni abbinate a stuzzichini dell’eccellenza gastronomica marchigiana. ma non solo. Ad esempio,  l’Azienda Montecappone mette in mostra le etichette in concorso per il nuovo spumante, abbinata ad un’esposizione dell’artista locale Troli. Cantine Aperte segnerà il debutto ufficiale delle nuove bollicine con due performance di Roxy Rose, regina del burlesque.
Info: Azienda Montecappone – Via Colle Olivo, 2 – Jesi (An) – tel 0731 205761
Per avere invece un quadro completo di tutte le cantine marchigiane visitate il sito del Movimento Turismo Vino

Kruger Agostinelli

(nella foto centrale Annarita Mirizzi e la bottiglia del Tabano Bianco)

Compie dieci anni il cacio amato da Dustin Hoffman, doppio compleanno da Trionfi Honorati

in Mangiare e bere da

Hoffman Trionfi HonoratiTra i palati che hanno apprezzato il suo cacio, c’è anche quello illustre di Dustin Hoffman. La sua preferenza, durante la campagna pubblicitaria marchigiana, non è passata inosservata. Il formaggio della Trionfi Honorati ha anche fatto un viaggio Oltreoceano, arrivando direttamente sulla tavola di casa del noto attore. E proprio il prossimo 2 giugno 2015 il caseificio spegnerà le sue prime dieci candeline e lo farà in una allegra festa in cui si ripercorreranno gli anni dell’azienda, viziando gli ospiti con tante specialità. Ma la ditta agricola a sua volta compirà 75 anni. Insomma, festa doppia. Nel 1939 infatti il marchese Antonio Trionfi Honorati costruì la prima fattoria con sole trenta mucche Frisone. Nel 1966 Giuseppe Trionfi Honorati, figlio di Antonio, realizzò lo stabilimento della TreValli. Con l’arrivo della terza generazione si decise di tornare ai prodotti freschi e genuini di una volta. E nel 2005 ha iniziato la produzione il Caseificio Piandelmedico.

<<Abbiamo circa 350 animali, fra mucche e bufale – racconta Giulia Trionfi Honorati – e questo ci permette di proporre circa 30 tipi di formaggio, oltre al latte fresco, mozzarella e yogurt. Abbiamo creato uno spaccio aziendale qui a Jesi, aperto tutti i giorni e distribuiamo in tutta Italia. E siamo orgogliosi del nostro Caciobus. Ma abbiamo anche un ristorante, “Il Casino del Marchese”, dove si realizzano prodotti di panificazione (pane, grissini, pizza, e biscotteria) con le farine, cereali e legumi di produzione aziendale. E se non bastasse c’è una zona picnic, a disposizione di chi vuole fare una merenda all’aperto>>.

<<Il vanto della nostra azienda è la filiera corta – spiega il fratello Antonio – seguendo la filosofia di tradizione e genuinità. Ci occupiamo ad esempio del fabbisogno alimentare degli animali. Per questo motivo, dei 200 ettari dell’azienda, circa la metà sono coltivati a foraggio per l’allevamento (mais, soia ed erba medica)>>.

Per saperne di più sulla festa del 2 giugno, che partirà dalle 12, potete contattare il 366 1179681 – via Piandelmedico 101, Jesi (Ancona).

Kruger Agostinelli

Vincanto, nei calici di Anna Ripani la magia del vino

in Senza categoria da

San Benedetto, via Romagna angolo viale De Gasperi, giusto due anni fa l’inaugurazione di Vincanto. Un’enoteca classica nata dalla passione di Anna Ripani, 43 anni di bellezza mediterranea. Da dieci nel mondo del vino; da due in questa avventura nella sua terra. Una marchigiana pentita, tornata all’ovile dopo otto anni di vita milanese. Vincanto è un’enoteca luminosa impreziosita da due grandi vetrate e dall’ampia entrata. E’ attiva tutto l’anno. Ho scritto classica perché qui non si degusta, non si fanno aperitivi/apericena, non ci sono stuzzichini. C’è Anna e la sua competenza.

Etichette marchigiane, italiane, internazionali. Intelligente assortimento di champagne di pregio, dal Don Perignon al Krug, spiriti da ogni parte del mondo e chicche di contorno che Anna usa per coccolare i clienti. Nessuno esce dal Vincanto senza portare a casa un ricordo goloso. Che sia un cioccolatino o una confettura mignon. Gobino, Venchi, Baratti Milano, solo per scrivere qualche nome di cioccolatai indimenticabili, una volta assaggiati.

Ho sentito Anna. Sono curiosa delle valenza del vino marchigiano in confronto alle tante etichette regionali che affollano i suoi scaffali. Mi confessa che i marchigiani sono apprezzati di più dai turisti e da chi passa nelle Marche per qualsiasi altro motivo. Vista la zona, vanno per la maggiore Passerina e Pecorino, Rosso Piceno e Rosso Piceno Superiore. Anna nomina Le Caniette e Velenosi. Le chiedo del mio amato Verdicchio. Che unisce e divide gli animi ‘alcolici’. Mi parla di Garofoli, Umani Ronchi, Bucci, Belisario, Antonucci, Montecappone. I suoi clienti preferiscono Matelica a Jesi. Ognuno ha i suoi gusti. Quando le chiedono se è migliore il Verdicchio di Matelica e quello di Jesi, Anna, appunto risponde, <<ognuno ha i suoi gusti>>. Non solo grandi marchi a Vincanto. Anna mi parla de “Il Pollenza” di proprietà del Conte Brachetti. Fa un ottimo marche rosso. Indago. Tachis sovrintende la cantina. A buon intenditor… Per soddisfare la San Benedetto estiva, a breve in enoteca Anna avrà a disposizione un frigo professionale dove rinfrescare i bianchi e le bolle. Pronti per essere portati a casa e stappati. E siccome dopo l’estate il Natale è alle porte, lo stesso frigo farà tesoro di formaggi francesi, salmoni selvaggi e caviale italiano. Da abbinare a quello che preferite.

Per chiudere, le chiedo ti darmi almeno un paio di motivi per scegliere Vincanto. <<Dicono che abbiamo i prezzi buoni. Facciamo un ricarico giusto. Coccoliamo i clienti che per me sono tutti uguali. Ma dai buoni agli ottimi, le coccole aumentano. Cerco di consigliarli con competenza senza deluderli>>.

Vincanto è la prima delle enoteche marchigiane di cui mi farà un gran piacere raccontarvi. Ho voluto cominciare con lei per premiare il coraggio che l’ha spinta ad aprire e ad affrontare questo mercato e questo settore in un momento che è quello che conosciamo tutti. Brava Anna!

Carla Latini

Shada terza stagione, ecco i primi nomi

in Eventi/Shada Civitanova da

simone al ani Italia's Got Talent 2015Un dolce nodo per cullarsi sulle onde del mare di Civitanova. È quello che lo Shada ha stretto il 12 giugno del 2013 con una clientela via via sempre più ampia che ha conquistato tutta la regione e non solo. Per la terza stagione, riproposta la formula vincente di “Legati ad un granello di sabbia”, il format over 30 del venerdì notte con la direzione artistica di Aldo Ascani. Il debutto 2015 è in programma venerdì 29 maggio e non poteva che esserci un colpo a sorpresa con la presenza in anteprima nazionale del vincitore di Italia’s Got Talent 2015, l’illusionista Simone Al Ani. Un sorprendente personaggio per una serata che si preannuncia ricca di emozioni con tanti altri spettacoli. Già pronto il calendario del mese di giugno: venerdì 5 giugno ci sarà Matteo Borghi con uno show di sicuro appeal; il 12 giugno Alberto Laurenti e i Rumba de Mar, il 19 tocca a Sabrina Salerno, l’icona sexy degli anni 80 e poi il 26 arriva “libidine” Jerry Calà. Un cast che è solo all’inizio di una nuova stagione che riserverà delle esplosive sorprese non certo di impatto minore delle scorse annate. Una galleria che ha già visto Fabio Concato, Ornella Vanoni, Patty Pravo, Anna Oxa, Fausto Leali… Pensate ad un canzone della colonna sonora della vostra vita, ad un cantante che ha fatto da sottofondo ad un estate indimenticabile. Allo Shada c’è passato.

Se la formula è vincente, non si cambia ma ciò non significa che mancheranno le sorprese. Si parte con la cena spettacolo e poi si susseguiranno tanti momenti di vero spettacolo nella tradizione dei venerdì sera firmati Aldo Ascani. E nel dopocena, Fabrizio Breviglieri in consolle proporrà un repertorio musicale che parte dagli anni ’70 per arrivare ai giorni nostri.

<<Per la partenza della stagione estiva, abbiamo voluto puntare sul divertimento assicurato con quattro nomi che rappresentano una garanzia – tiene a sottolineare Aldo Ascani – quindi continueremo con ospiti sempre importanti. Inoltre stiamo allestendo un gran finale con un coloratissimo Oscar di fine stagione. Anticipazioni? Stiamo lavorando su un gruppo italiano storico di caratura internazionale, una leggenda della musica italiana, ma puntiamo anche ad avere un attore che finora ha sempre rifiutato i club. Non tralasciamo nessun settore dello spettacolo, vedi il cabaret. Anche in questo caso non posso svelare il nome ma avremo un comico conosciutissimo. Ancora una volta saremo la colonna sonora dell’estate marchigiana>>.

La parte della comunicazione e delle immagini è affidata al kruger.it, tanto per rendere prezioso ed indimenticabile il ricordo della serata sul web.
Prezzi, info e prenotazioni allo 0733 811653.

Kruger Agostinelli

Emanuele Pagnanini

(nella foto Sabrina Salerno)

Tre giorni con Marina Malvezzi tra bellezze e sapori delle Marche

in Senza categoria da

 

Marina Malvezzi è una nota giornalista enogastronomica. Tre giorni marchigiani per lei fra arte, natura ed enogastronomia. Io la sua guida.

Ma quanto sono belle le Marche?

Primo giorno: Ancona, il Duomo di San Ciriaco. La pietra bianca della Basilica colpisce le mia amica. Più che bianca è bianca e rosa. Accecante, comunque, perché il cielo è limpido ed il sole diretto. Sono le 12. Il porto brilla. Se vi capitano delle ore di attesa al porto di Ancona, abbiate coraggio e salite sul colle Guasco. Vale la pena. Sempre. Cena a Portonovo, moscioli e raguse. Siamo al Laghetto nella Baia, coccolate come due Principesse.

Secondo giorno: Loreto. La “mia” Sala del Pomarancio. Il soprannome dell’artista viene da Pomarance, il paese francese dove è nato Cristoforo Roncalli che a Loreto ha dato il meglio di sé. Andate a vedere il “mio” asinello. Un ciuchino che cerca il tuo sguardo da qualsiasi parte lo guardi. E poi da Andreina. Lo spiedo più antico delle Marche. Nonna Andreina tirava la sfoglia, faceva gli gnocchi, curava lo spiedo con la dedizione delle donne di un tempo. Errico Recanati, nipote di nonna Andreina, figlio di mamma Ave, papà dei piccoli Rachele e Riccardo, ha dato una svolta personale al locale che è meta di tutti i bon-vivant che bazzicano le Marche. Complice la bella Ramona Ragaini, sua moglie, sommelier, anima della sala e delle iniziative che lievitano intorno a loro, dopo che la Michelin li ha celebrati con una stella (su Andreina approfondiremo a breve). Per Marina, fritto misto alla marchigiana: un cartoccio natural/chic con bocconi a sorpresa. Stessa panatura, sapori diversi. C’è anche un pavesino fritto.

Terzo giorno: Pergola. Prima di lasciare le Marche, Marina è voluta tornare nella città dei Bronzi Dorati e del tartufo bianco pregiato. E’ anche sede del Trofeo Galvanina, ideato dall’amica Elsa Mazzolini. Il sindaco ci accompagna in una visita privilegiata. Dopo due anni, sulle bacheche ministeriali ci sono ancora le correzioni che Vittorio Sgarbi ha fatto, indignato. Non sono un’opera d’arte, scrive il Ministero. Vittorio, con un pennarello nero, indelebile, ha cancellato quel non! Il viaggio marchigiano di Marina Malvezzi finisce qui.

Carla Latini

Ascanio Celestini fra dolore e sorriso, un viaggio teatrale che descrive dignità e verità scomode

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Ascanio Celestini Sauro Longhi<<Non c’è bisogno di un teatro per fare del teatro>>. E’ questo in sintesi il senso che un irresistibile Ascanio Celestini ha lasciato intendere prima, durante e poi della sua esibizione nell’Aula magna Guido Bossi dell’Università Politecnica delle Marche. Uno spettacolo che è stato introdotto da un intervento apprezzato del rettore Sauro Longhi, che alla fine si è pure auto censurato. Perché <<quando un docente prende la parola, poi non smette più>>. E concedendosi, come mostra la nostra foto, pure un inevitabile selfie con il protagonista della serata. Il meritato successo di Your Future Festival, merito tecnico anche dell’Amat, ha permesso un visibile tutto esaurito per “Racconti d’estate, storie e contro storie“. Ascanio Celestini si è avvalso, come scenografia, di un semicerchio di lampadine elettriche per terra e tantissima luce. In un monologo frutto del suo dirompente talento.

Non a caso attore e narratore tra i più amati da pubblico e critica non ha deluso ovviamente le aspettative, offrendo un appassionato e fluido spettacolo. Racconta storie di persone, a volte con le tinte fantastiche del sogno, in cui si intrecciano il dolore e il sorriso, la dignità e le verità scomode. Uno spettacolo senza inganni, quello di Ascanio Celestini in cui le emozioni sono abbondanti e si affacciano nella loro disarmante semplicità. “Il pubblico, riconoscente, si incanta, ride, si commuove. E ringrazia”, c’è scritto nella locandina di presentazione dell’evento. Nulla di più vero. E pure le battute sui carabinieri acquisiscono una loro autorevolezza. E quando gli chiediamo di dare una definizione al termino CANDIDO, ci risponde con uno sguardo furbo: <<Mi ricorda il bucato>>.
E ti accorgi che forse lo spettacolo che sta offrendo sta ancora continuando…
Kruger Agostinelli

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Pier Massimo Macchini, il radical grezzo un po’ clown un po’ mimo

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Pier Massimo Macchini redazione Tyche Magazine tabloidQuando lo vedi arrivare da lontano, sulla strada che porta in redazione, Pier Massimo Macchini ricorda un giovanissimo Marco Columbro. Poi tutto sparisce e quando sei a contatto con lui avverti tutta la sua marchigianità del sud, nel suo modo di parlare. Autentico e profondo. E’ dilagante nell’esprimersi e dondola, come su un’altalena, con la sua rassicurante simpatia. PierMa è fatto così, un gentile ascoltatore ma anche un’amabile conversatore.

E’ più facile far sorridere d’inverno o d’estate?

<<Penso d’inverno, d’estate ci si distrae più facilmente: le donne si spogliano, gli uomini sono evanescenti. Scherzi a parte, quando si vuole ridere, si ride sempre. Ogni stagione è buona. Pensate anche alla primavera: quant’è bello ridere in primavera. Poi in questa stagione mi vengono in mente tante idee>>.

Quanti Macchini ci sono, quanti Macchini proponi sulla scena?

<<Sono ancora in continua ricerca. Ho 38 anni ed ancora scrivo qualcosa di nuovo ogni giorno. Cerco di unire diverse tecniche: dal monologo alla visual comedy; dalla magia al clown passando per il mimo. Le mie fonti di ispirazione sono Charlie Chaplin e Buster Keaton ma senza dimenticare la grande tradizione comica francese che, purtroppo, ha avuto poca fortuna in Italia. Come Jacques Tati. Io nasco come mimo nel teatro di strada. Poi, chiaramente, mi adeguo al pubblico che mi trovo davanti: che sia una scolaresca, gli anziani di casa di riposo, il pubblico di un grande teatro>>.

Sei riuscito a portare il “marchigiano” fuori dai nostri confini. Il tema Marche è sempre centrale nei tuoi spettacoli.

<<Ormai il romano o il toscano hanno rotto le scatole. Ci sono poi le tradizioni milanesi, napoletane e genovesi. Mancava quella marchigiana. Io sono il “radical grezzo”, lo sono intimamente. E non è un’accezione negativa perché è un personaggio vero, non contaminato. Il “radical grezzo” abita in una terra magica, tra mare, colline e montagne. Il suo legame con la terra è autentico. È un tutt’uno con la natura che lo circonda. Troppo spesso, però, noi marchigiani tendiamo a nascondere le nostre radici. Ed è sbagliato. Io sono orgogliosamente “radical grezzo”. Ancora oggi, a fine pranzo o a fine cena, io sono tra quelli che spreme il limone servito durante le portate nel bicchiere di acqua gassata>>.

Come nasce il comico Macchini?

<<Sono l’ultimo di sette figli. Mio fratello Massimo è morto quando mia madre mi portava in grembo. Ed è per questo che porto due nomi, Piero Massimo. Cosa poteva fare uno che si trovava nella pancia della madre durante una tragedia, se non portare allegria? A me piace far star bene la gente, mi piace distrarre. Il primo obiettivo e farli evadere, nel senso però di far vivere il presente. Viviamo in un tempo in cui abbiamo tutto ma non riusciamo a goderne>>.

Pier Massimo Macchini  Tyche Magazine Emanuele Michele Kruger FedericoDove potremo vederti quest’estate?   

Ho in programma tantissime date nelle Marche ma anche in Emilia, nel Lazio, in Puglia e una anche in Sicilia. Nelle Marche proporrò una sorta de “il meglio di” con monologhi e personaggi che ho già proposto. Il 30 maggio proporrò un nuovo spettacolo che si chiama “Fuori porta” al teatro di Capodarco insieme al musicista Lucio Matricardi. Invece per Natale sto preparando “Io Provincialotto”, anche questo un lavoro nuovo>>.

Rituale foto di gruppo con la redazione e poi non resiste ad affacciarsi dalla finestra. Pier Massimo sembra divertito e quasi consapevole. E’ vero caro Macchini, faremo di tutto per farti ritornare proprio in occasione degli appuntamenti di “Tyche live”.

Kruger Agostinelli

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Lo scatto di Henry Ruggeri a Lou Reed: “E quell’autografo…”

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Henry Ruggeri in mostra a Roma dal 23 maggio al 20 giugno 2015, alla AND Gallery di Via Lorenzo Il Magnifico, 97, con “Rocks and shots, frammenti ed immagini di vita on the road”. Un appuntamento che permetterà di rivivere alcuni momenti salienti sul palcoscenico, grazie ad uno dei più importanti fotografi italiani di musica, da tanto punto di riferimento per Virgin Radio, Hard Rock Cafè e Barley Arts.

Si potranno ammirare non solo scatti, ma anche memorabilia come poster, autografi e locandine di personaggi che sono ormai leggenda. Rolling Stones, Lou Reed, Pearl Jam, Bruce Springsteen, Skunk Anansie, Green Day, Metallica e Slash.

Magnifica la locandina con scatto di Lou Reed al Pistoia Blues del 2011. C’è una ragione precisa?

<<Un mio omaggio a Lou Reed da cui sono legato grazie ad un ricordo davvero simpatico ed indimenticabile. Era l’estate 2003 a Fano e l’artista newyorkese figurava fra i protagonisti de “Il violino e la felce”, la rassegna diretta da Franco Battiato. Insieme a degli altri fans lo aspettavamo fuori, a fine concerto. Ognuno di noi aveva qualcosa da farsi autografare. Gli altri ragazzi avevano un paio di 33 giri, ognuno dei Velvet Underground, mentre io avevo “New York City Man”, proprio il cd del tour che stava presentando, più un poster. Ebbene, finalmente Lou Reed è uscito dal camerino, ci ha squadrato e ha puntato diritto verso di me. Ha firmato tutto il mio materiale, ignorando completamente gli altri e andandosene via. Poi si è girato e mi ha fatto l’occhiolino>>.

Quasi fosse un passato da rinnegare…

Kruger Agostinelli

(Foto Henry Ruggeri)

Lou Reed Pistoia Blues

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