Gino Paoli allo Shada, il sapore di mare e di cose “non” perdute…
Gino Paoli cambia le carte di in tavola e sostituisce un brano del bis, “Quattro amici al bar” con la ripetizione di “Sapore di sale”. Ma come dargli torto? I quattro amici si sono trasformati allo Shada di Civitanova in oltre ottocento persone. E il sapore di sale ha un senso in riva al mare e soprattutto per dirlo alla sua maniera “di cose perdute”. Poi il cantautore genovese lo aveva anche ricordato durante il suo concerto: <<Ci sono canzoni scritte da noi che ormai appartengono al pubblico e può farne ciò che vuole>>.
Gino Paoli ci consegna ancora le sue immortali turbolenze d’amore. Proprio quelle canzoni che per molti di noi sono state non solo colonne sonore sentimentali ma proprio mezzi di comunicazione per far breccia sui cuori fertili degli amanti. Record dei record per “Legati ad un granello di sabbia”, il venerdì notte ideato da Aldo Ascani. Grazie all’autore de “Il cielo in una stanza” la notte civitanovese più esclusiva della Riviera Adriatica ha superato tutte le presenza delle precedenti cena spettacolo.
Un veloce scambio di battute a fine spettacolo con il collega Marco Chiatti che gentilmente ci concede per Tyche Magazine.
Lei ha ancora voglia di scrivere: è in preparazione un suo nuovo disco, ce ne anticipa qualcosa?
<< Il tema di fondo di questo lavoro è il rifiuto del “definitivo”. Siamo abituati a considerare le cose che succedono come immutabili e tendiamo a essere schiavi del “sempre” e del “mai”. Invece per me la chiave di tutto sono le domande, la ricerca: il mondo è in eterno cambiamento, e così anche noi siamo sempre in evoluzione. Ogni cosa, ogni azione umana, è il seguito di una domanda. Le domande sono un atto di opzione, di speranza, di ricerca. E a questa ricerca corrisponde una ricerca musicale, che nel disco si sviluppa in tante maniere>>.
Ma secondo lei, esistono ancora oggi canzoni d’amore?
<<Le canzoni d’amore esistono, sono sempre esistite ed esisteranno sempre. È il modo di esprimere l’amore che nel tempo è cambiato, la maniera di parlarne che è diversa, così magari una persona di una certa età fa fatica a comprendere le espressioni di un giovane. Ma il sentimento è uguale, è sempre lo stesso. Anzi, di più: è il motore che ispira ogni tipo di artista, chi scrive, chi dipinge, chi fa musica>>.
Ha ricordi, aneddoti, episodi, persone che la legano alla nostra regione, le Marche…
<<Oltre a fare musica io dipingo e delle Marche mi ha sempre colpito la “pittoricità”. Mi spiego meglio: guardandosi intorno in queste terre sembra che sia già perfetto. Le masse, i sassi, sono talmente messi bene e con i colori giusti che non c’è bisogno di spostare nulla. È tutto talmente preciso che a chi guarda non resta che tradurre il tutto sulla tela. Perché è già tutto fatto>>.
Kruger Agostinelli
Intervista gentilmente concessa da Marco Chiatti
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