Alessandro Scorsone è il sommelier italiano più conosciuto in Europa. Un professionista che si sposta solo per passione. Il pubblico profano lo conosce bene perché diverse trasmissioni televisive (Uno Mattina, La Prova del Cuoco, Linea Verde) lo invitano spesso a parlare di vino. Mi fa piacere scrivere di lui. L’ho rivisto ad una verticale (degustazione dello stesso vino prodotto dallo stesso produttore in annate diverse, ndr) di verdicchio un paio di settimane fa. In collaborazione con i suoi colleghi marchigiani. Scorsone ama le Marche ed il verdicchio da sempre. Convinto che sia il vitigno bianco più longevo e importante d’Italia. Il percorso con lui è facile e poetico. Anche se non sei un sommelier, anche se, detta dal cuore, non ci capisci niente, con lui, piano piano, impari. Con grande piacere.
Quella sera a Jesi siamo partiti da un 2011 per arrivare ad un 2007. Stessa terra, stessa vigna. Stagioni e raccolte diversi. La bellezza della terra che ritroviamo, generosamente nel vino. Perché il vino, sottolinea sempre Scorsone, si fa in vigna. Poco servono le alchimie degli enologi. Se la vigna è sana il vino è buono. Poi intervengono altri fattori, piccoli segreti di lavorazione. Temperature e conservazione. Il 2011 che beviamo è giovane, fresco. Piacevole. Finisce subito dentro i nostri bicchieri. Alessandro ci invita a tenerlo ancora un po’ perché ora c’è il confronto con il 2010. Che ha più sostanza. Ha perso un po’ di freschezza per guadagnare un profumo più persistente. Che sarà intenso nel 2009. Ancora di più nel 2008. Qualcuno non apprezza la complessità di questo 2008. Troppo difficile? A questo punto e prima di stappare la ‘chicca’ 2007, Alessandro legge le schede scritte per 2008 e 2007 dall’Ais ai suoi tempi. Schede valide ora per il 2011. Molti profumi freschi sono andati persi per far spazio a profumi maturi. Questi rimarranno a lungo. Il 2007 è un vino ancora in crescita. Ma fino a quando è giusto conservare un vino bianco? <<Finché lui continuerà ad avere qualcosa da dire>>.
L’applauso finale è sincero. E’ bello inseguire il naso di Alessandro Scorsone. I vini che abbiamo assaggiato sono quelli dell’Azienda Montecappone e Gianluca Mirizzi il padrone di casa. Bella serata da ripetere con un’altra strada da percorrere: verticali annata per annata fra aziende dello stesso territorio che sia Jesi o Matelica. Io ci sarò. Prenotatevi in tempo.
Carla Latini