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dicembre 2015

Natale in casa Latini… Ecco le ricette delle feste

in Mangiare e bere da

Natale in casa Latini. Ovvero che succede nella mia cucina: Vigilia calabro/sicula/marchigiana e Natale abruzzese/toscano/marchigiano. Come vedete le Marche imperversano, ma le mie parentele strette fuori regione provocano “contaminazioni gaudenti”. La foto che apre questo pezzo è un centro tavola in tema con le feste religiose che stiamo per rivivere. È una delle idee di una mia amica che si chiama Laura, e che ha una mostra di pezzi artistici, ceramiche… insomma “leccornie” d’arredo. presepe carla latiniDi lei vi regalo anche un piccolo Presepe, che a casa mia non manca mai. La mostra di Laura è ad Osimo, andate a vedere i suoi “Sogni nel cassetto”, prendete spunto, stringetevi forte in questo abbraccio intimo e caldo che è il Natale, e divertitevi con le ricette di casa mia.
Papà era nato a Villa San Giovanni, un paese in punta alla Calabria che guarda Messima in faccia. La mia Vigilia è sempre cominciata (e anche quest’anno comincia) in stile calabro/siculo con i puspeddu (pasta della pizza farcita con alici e fritta). La pasta deve rimanere molto morbida e deve essere accompagnata in padella con il cucchiaio. I puspeddu introducono la cena della Vigilia insieme all’Insalata di Polpo. La ricetta è quella di un’amica di mia nonna. Si fa bollire il polpo dopo averlo pulito ed eviscerato insieme a ortaggi, odori vari, vino bianco ed io ci metto anche un bicchiere di grappa semplice. Cucino a vapore delle patate tagliate e dadini regolari in modo che rimangano belle sode. Taglio il polpo della stessa misura delle patate e li mescolo insieme con molta cura. Aggiungo olio evo, sale pepe e le erbe che trovo in giardino. Il polpo va preparato il giorno prima per il giorno dopo. Ma il re della nostra Vigilia è lo stoccafisso in due varianti. Una al forno a strati con molliche di pane aromatizzate (tipico delle campagne anconetane) e cotto sulle canne. L’altra, di recente sperimentazione, è alla griglia. Dimenticavo la solita spaghettata con le noci, per la quale ci vuole una brava mano: altrimenti gli spaghetti o sono troppo lisci o diventano una “mappazza”. Si usano le stesse molliche dello stoccafisso alle quali vengono unite le noci sbriciolate. Quattro noci per ogni persona. Tante? Buonissime. Poi olio evo a volontà. Le due varianti di stoccafisso sono accompagnate da una ottima scarola di stagione che pulisce la bocca in attesa della fetta di panettone artigianale di cui faccio incetta ogni anno. Vario e mi diverto. Il 2015 vedrà sulla mia tavola il panettone alle arance e cioccolato di Pane e Tempesta. Un pasticcere fornaio romano che mi ha molto colpito. Come ho già scritto, mi piace uscire fuori regione.

Il giorno di Natale apro con il patè di fegatini che rendo ancora più ricco con l’aggiunta di burro salato. Il patè, ben freddo, viene spalmato su crostini di pan brioche. Segue il classico brodo con cardoni (gobbi) e stracciatella che mi riporta in Abruzzo, la terra che mi ha cresciuta e che amo. Il Natale a casa di mia nonna continuava così: tutti i tagli del bollito con cime di rape lessate, il timballo o pasticcio di pasta con polpettine, l’agnello al forno con le patate, l’insalata mista, il budino e il panettone. Vi confesso che farò così. Il pasticcio o timballo di pasta (qualsiasi pasta corta va bene l’importante stare attenti alla cottura) deve essere foderato con una pasta brisée e coperto con la stessa pasta. Così le polpettine rimangono umide e succolente. Per mantenere le polpette intatte vi consiglio di mettere un uovo in più della vostra normale ricetta. Io aggiungo zenzero e buccia di arancia e le cuocio, piano piano, direttamente nel passato di pomodoro con battuto di cipolla e carota. L’aroma erbaceo è quello della maggiorana. La pasta cotta al dente e mantecata a freddo con il sugo va spolverata di parmigiano e di pecorino e messa all’interno del tegame foderato di pasta brisée e coperta di pasta brisée. Una spennellata di bianco d’uovo renderà il coperchio lucido e croccante. Tempo di cottura? Quando il coperchio di brisée sarà dorato. Due costolette d’agnello alla brace saranno il nostro secondo. Al posto del budino che non mi viene mai bene come vorrei (oppure come ricordo?) farò della crema con uova e limone. Scalderò per qualche attimo le fette di panettone ed il mio dolce di Natale sarà così: una fetta di panettone caldo con sopra la crema al limone, scorzette di arance ricoperte di cioccolato e confettura di cachi. Mi sta per scappare una conclusione retorica che vi risparmio. Vi auguro, come diceva papà, tante belle cose e… cucinate insieme questo Natale. È bellissimo!

Carla Latini

 

Il Tao dell’alimentazione: nel libro di Mauro Mario Mariani le regole per mangiare sano

in Libri da

Mauro Mario Mariani è un carissimo amico mio e di tutta la mia famiglia. In tempi non sospetti avevo già capito quanto fosse trascinante e convincente il suo modo di essere, come dice lui, “mangiologo”. Fan di Renato Zero fino in fondo all’anima, dj per passione (che non ha mai perso), è colto, sempre sul pezzo, coraggioso, affettuoso dal profondo. Lo scorso venerdì ad Ascoli ha presentato il Tao dell’alimentazione, il suo primo libro. Un libro che poggia fondamenta solide su 3 M che sono il filo conduttore del suo pensiero: Mangiare Meglio e Mediterraneo per Mantenere la Massa Magra in forma e, soprattutto in salute. La salute, quella nostra ormai di adulti ma, soprattutto, quella dei nostri figli e dei figli a venire, è la mission che Mario ha dato alla sua vita. Tutte le sue attività, i suoi congressi, convegni, le presenze televisive costanti su Rai1, hanno un unico preciso scopo: aiutarci a comprendere quali sono i cibi che appesantiscono il nostro corpo e sono nocivi alla nostra salute, indicandoci, invece, quali cibi dobbiamo mangiare per volerci bene e per cominciare a fare una vita salutare e, perché no, anche salutista.

Mariani, emozionato, ha aperto la presentazione con queste parole: <<Quello che avete in mano non è soltanto un libro su cosa si deve e su cosa non si deve mangiare, è qualcosa di più: è il racconto della mia vita>>. Inizia proprio così il Tao dell’alimentazione, il libro d’esordio del dottor Mauro Mario Mariani, ideatore del Metodo 3 M. Un libro frutto di 25 anni di studi e ricerche, di esperienze cliniche e di emozioni. Emozioni che ha provato a trasferire su carta, pagina per pagina, raccontando i passaggi della sua vita che hanno caratterizzato la sua storia non solo di medico. Il libro inizia con il capitolo autobiografico “Questo sono io” dove viene spiegato perché un giovane dee jay si iscrive alla facoltà di medicina, perché un medico si occupa d’inquinamento e perché un angiologo diventa “mangiologo”. Nel resto delle 360 pagine si vuole donare al lettore consapevolezza, parola che evoca nella sua etimologia due termini: “cum” e “sapere”. Il riferimento al “cum” è inteso come un insieme, una relazione, una socialità, senza la quale la conoscenza profonda, il “sapere”, non può avvenire. Tutto porta inevitabilmente ad una scelta: scelgo ciò che mangio, scelgo ciò che fare. Ecco come nasce il Tao, dove il cibo non assume mai alcuna sfumatura di grigio, ma è o bianco o nero, fa bene o fa male, ti difende o ti nuoce. L’equilibrio nel Tao consiste nell’acquisire un metodo, che non sia moda o situazione contingente. Un metodo che ci porti a contrastare e gestire un quotidiano carico di troppi stressogeni. Non c’è nessuna pretesa filosofica orientale nel Tao dell’alimentazione e nessun riferimento al simbolismo cinese dello “yin e yang”. Nel libro non c’è mai complementarietà, i due principi opposti qui non possono convivere, se lo facessero subiremmo sintomi e andremmo alla lunga a rompere un equilibrio. L’obiettivo è di guadagnare più Tao Bianco possibile. Il Tao Nero è il nostro “body burden”, ovvero la zavorra corporea, che quotidianamente carichiamo di sostanze tossiche: è come se avessimo un rubinetto che perde una goccia al giorno in un vaso, lentamente e inesorabilmente si riempie sino a che questo non trabocca e si iniziano a manifestare sintomi che inevitabilmente si trasformano poi in malattia. Il Tao Bianco è la difesa verso il Tao Nero. È educazione, consapevolezza, scelta, metodo. L’educazione parte nell’insegnare le giuste scelte con consapevolezza per arrivare all’applicazione di un nuovo Metodo, il ritorno alla dieta Mediterranea: Mangia meglio Mediterraneo! Ed ecco ancora le 3 M. Auguro a Mauro Mario Mariani, da tutta la Redazione di Tyche, un caldo Natale in famiglie e lo ringrazio per esserci. Con lui accanto, durante tutti questi anni, ho imparato e capito tante cose che poi, in fondo, sono semplici cose, lontane da mode e tendenze di breve durata. Con lui ho imparato, senza fatica, una disciplina alimentare che mi fa star bene. Ma il vero segreto, che Mario svela alla fine, è sorridere, sorridere sempre… Per saperne di più il Tao dell’alimentazione è in tutte le librerie e anche online, per Capponi Editore. È fresco anche lui di pubblicazione il nuovo sito di Mariani che si chiama “il mangiologo”.

Carla Latini

Tyche Award a Diego Abatantuono fra selfie, canzoni e Milan

in Cinema/Donoma Civitanova/Eventi da

abatantuono @ donoma (16)Quello che più affascina di Diego Abatantuono, sia in fase di intervista che in un normale saluto, è la sua disponibilità. Gli autografi diventano digitali ed il selfie dilaga al Donoma di Civitanova nel giorno del Tyche Award. Anzi il primo Tyche Award, un riconoscimento al cinema e alla carriera che Salvatore Lattanzi ha voluto offrire anche alla sua città, Civitanova Marche. In forma ufficiale è stato proprio Giulio Silenzi, per conto dell’amministrazione, a formalizzare questo momento con una motivazione ricca di significato.  <<Dare un premio a un attore che ha vinto un Oscar è un onore per me, per noi, per la città di Civitanova – ha esordito Giulio Silenzi – una lunga storia artistica, quasi un’avventura spericolata. Partita dalla comicità, dal cabaret, approdata poi al miglior cinema italiano con collaborazioni con alcuni dei più grandi registi del nostro cinema, da Salvatores a Pupi Avati, da Bertolucci a Comencini padre e figlia. Una lunga avventura artistica che ha fatto emergere tutto il suo straordinario talento di interprete comico e insieme drammatico. Ha saputo con l’intelligenza dei grandi artisti rifuggire dai cliché, non accomodarsi, investendo sulla sua sensibile versatilità. E questo è un insegnamento di vita. Un premio alla carriera che gli auguro essere ancora molto lunga>> . E Diego, da gran mattore, ha immediatamente ironizzato sul senso dei premi alla carriera. In quanto sembrano un inquietante campanello d’allarme sul fatto di poter essere messo da parte. E da buon gladiatore un rischio che, assicura, farà del tutto per scongiurare. Poi ha raccontato del suo sincero amore per le nostre Marche. Da giovanissimo veniva con i genitori a Marotta e con il sogno nel cassetto di volerci fare un film. Immancabile poi il suo sfottò calcistico agli avversari e il racconto ormai diventato un celebre aforisma di come <<diventai milanista perché da piccolo trovai un giorno per terra il portafoglio di mio nonno. Lo aprii e vidi le foto ingiallite di padre Pio e Gianni Rivera, che io non conoscevo, non sapevo chi fossero. Lo chiesi a mio nonno e lui mi spiegò: uno fa i miracoli, l’altro è un popolare frate pugliese>>.  In quel momento il fantastico Agostino Penna e la sua orchestra l’ha coinvolto in una performance canora del suo “Eccezzziunale…Veramente”

Ottima conclusione 2015 per Tyche Friday che ha portato nel club civitanovese una lista di ospiti importantissimi sia nazionali che internazionali da J Ax a Earth Wind & Fire Experience, da Morgan agli Incognito passando per Antonella Ruggiero, Imagination, Giorgio Montanini, Diego Vilar, Enrico Ruggeri e non ultimo Mago Forest. Ora è in allestimento il calendario 2016 e in arrivo dei nomi prelibatissimi fra cui uno straordinario gruppo storico statunitense che potrebbe venire in Europa per due date, a fine febbraio, la prima proprio qui al Donoma e il giorno successivo a Londra. Intanto buon Natale da Tyche Friday nuovo appuntamento per venerdì 8 gennaio 2016.

Kruger Agostinelli

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Tanti auguri a Cristina Tassinari, regina del “Disco Diva”

in Disco Diva/Eventi da

Buon compleanno a Cristina Tassinari, giornalista e conduttrice radiotelevisiva e radiofonica, volto e voce spesso presente in Rai. Gli auguri scorrono in una serata all’insegna di quegli anni ’70 che sono sua grandissima e non nascosta passione, di cui Cristina si nutre spiritualmente ogni giorno. Al giorno lieto aggiunge anche il piacere di essere diventata marchigiana.

<<Ho scelto di abitare in Riviera, a Gabicce Monte, paese bello ed accogliente – spiega Cristina Tassinari – Del resto, il legame con questo territorio, che storicamente rappresenta le radici della disco in Italia, è per me un valore aggiunto. E’ nota la mia passione per la disco e la mia vita professionale si è mossa proprio dalla “night life”, dal lavoro di art director in numerosi locali della costa adriatica>>.

Da qui prende luce il progetto a cui tiene in modo speciale: quello di riportare e rilanciare la musica disco nel suo palcoscenico naturale. Operazione riuscita già lo scorso anno con la prima edizione del festival “Disco Diva”. Un grande successo grazie alle oltre 7mila presenze in solo due giornate, per una rassegna destinata a rinnovarsi anche la prossima estate, con nuove iniziative a cui la giornalista sta lavorando. Nessun revival o ritorno al passato, però. La disco è un vero cross over generazionale. Le sue canzoni remixate o riarrangiate affiorano diventando ancora oggi ingredienti d’eccellenza dei nuovi brani house. Auguri Cristina! C’è tanta curiosità per il prossimo festival in arrivo.

Kruger Agostinelli

Tutti pazzi per il Mago Forest, applausi selfie e divertimento puro al Donoma

in Donoma Civitanova/Eventi da

mago forest @ donoma (22)Il titolo ce l’ho già e non potrebbe essere altrimenti: “Tutti pazzi per il Mago Forest“. Lo spettacolo è durato per me praticamente 24 ore, da quando sono andato a prenderlo alla stazione di Ancona fino a quando è ripartito, il giorno dopo. Un delirio di umanità e sano divertimento. Michele Foresta, questo il suo vero nome, è dotato di una popolarità che mette d’accordo ben quattro generazioni. Lo riconoscono ovunque e la gente gli vuole bene. Ma bene davvero. Lui rispetta e vizia il suo pubblico con una presenza mai di facciata ma concreta, fisica ed affettuosa. Stefano Benni dice che “Il contrario del comico non è il tragico, ma l’indifferenza” e con Mr Forest non si rischia sicuramente questo.
Vorrei evitare di santificarlo. Eppure la sua visita lampo nella redazione di Tyche Magazine, la scrupolosa ora dedicata alle prove e il dopo spettacolo al Donoma meriterebbero belle parole. Il popolare comico televisivo è attento alle esigenze del prossimo ed il suo show viene ripagato dal pubblico con la stessa attenzione. Tyche Friday, la rassegna live del venerdì del Donoma, ha dimostrato di essere un ottimo parterre anche per lo spettacolo, davvero Teather. Dopo il positivo esordio di Giorgio Montanini, con il Mago Forest si è raggiunto un ottimo equilibrio. Un vero cialtrone della magia, con la capacità di rendere lo spettatore un vero coprotagonista. Mai un attimo di volgarità, comicamente corretto. Impeccabile la sua spalla e colonna sonora, il pianista Lele Micò. A sorpresa i discreti ragazzi della sicurezza chiedono un selfie con Mr Forest, indice di quanto sia stato coinvolgente. E lui ringrazia anche Diana Zamfir, una dei proprietari del locale civitanovese e la nomina scenografa ufficiale delle spettacolo, come attestato per aver trovato delle ottime soluzioni dell’ultimo minuto in scena. Tutti hanno contribuito a questa notte di successo, dalla perfetta collocazione dei tavoli in pista ad opera di Silvano Ascani, alla musica di zio Aldo, come è stato chiamato Aldo Ascani da Forest, e del dj Davide Domenella. E non ultimo Salvatore Lattanzi, patron della Tyche Eventi, ideatore e realizzatore di questo eccellente appuntamento settimanale che brinda a fine serata alla buffa magia del buon Forest. Il Donoma da parte sua con l’edizione di Tyche Friday si consolida come prestigioso palcoscenico da club. Ed è tutto pronto per il regalo natalizio con la presenza “eccezzziunale veramente” di Diego Abatantuono, venerdì prossimo, 18 dicembre, in compagnia della scatenata orchestra di Agostino Penna.
Michele Foresta da parte sua dà appuntamento al popolo marchigiano per “Motel Forest”, il suo nuovo lavoro teatrale che porterà a Monte San Giusto e Maiolati Spontini nel prossimo gennaio.

Kruger Agostinelli

L’Osteria di Giacomo Leopardi, piatti veloci e sfiziosi nel nome del Sommo Poeta

in Senza categoria da

Poco prima della casa del sommo poeta di Recanati e vicina alla piazzetta della casa di Silvia (in fondo è tutto lì in pochi metri quadrati) c’è l’Osteria Leopardi. Una vivace gestione familiare con la missione di educare il turista alla qualità.

Mission impossible? No. Marco il patron, nonché cuoco insieme alla moglie e alla figlia, mi spiegano che hanno la cucina sempre in attività. Anche se costa fatica stare aperti dalle 11 fino a notte fonda, soprattutto l’estate. E accontentano i clienti che fanno la fila per visitare la casa di Giacomo Leopardi. Le visite alla casa sono programmate per appuntamento e creano, in ogni modo, una fila lunga e “noiosa”. L’Osteria è lì per loro. Alcuni hanno tempo per mangiare anche due ore. Altri hanno solo 15 minuti. Così Marco e famiglia, una vita vissuta a fare grandi numeri in una pizzeria da “grandi numeri”, si sono attrezzati per l’abbisogna ed hanno un menu per tutti i gusti, le tasche ed i tempi. In 15 minuti spaghetti al pomodoro, antipasti caldi o freddi, zuppe classiche della tradizione marchigiana. In due ore antipasti sfiziosi, primi elaborati, secondi di carne e pesce. Dessert per 15 minuti e per due ore. Avrete capito che sto toccando, con le mie parole, estremi quasi impossibili ma che rendono l’idea di come si fa di necessità virtù.

All’Osteria Leopardi, in memoria del poeta che non era uomo stanziale in senso eno-gastronomico ed ottimo gourmet, si mangia territorio italiano con qualche accenno alle cucine europee che piacevano a Giacomo. Così nelle proposte c’è “tutto un piatto”: un gulash di cinghiale con polenta e taleggio, stracotto al manzo con Rosso Conero patate e verze, bocconcini di vitello alla birra nera con il suo risotto. Vi sto facendo venire l’acquolina in bocca? Se volete continuo con le zuppe. A mio parere anche queste un piatto unico con ai pani prodotti in casa (li ho visti una mattina alle 10, più che visti li ho annusati nell’aria). Le zuppe sono più marchigiane perché raccontano di Colfiorito  e di Serra de’ Conti. Raccontano di cicerchia, di zucca gialla, di cavolfiori verdi. Uno dei protagonisti delle proposte dell’Osteria è il baccalà. Al quale Marco e famiglia dedicano un intero menu che inizia con un cappuccino di baccalà e patate, passa attraverso dei paccheri al ragù e del baccalà al forno e finisce con un guazzetto arricchito di cavolfiori. I pesci e le carni sono presentati in veste classica, golosa e simpatica. Sono ribaltati, in maniera intelligente, certi “sempre verdi” come il vitel tonnè o il coniglio e maiale alla marchigiana. Va ricordata la cantina. Perché Marco ci tiene tanto e perché l’osteria nasce prima di tutto per questo. Qui si può anche acquistare. All’entrata c’è un’esposizione di tutti i prodotti usati in cucina. Un po’ parigina nel suo stile. Un alto scaffale pieno di bottiglie divide l’esposizione/vendita dalla sala da pranzo. Nella mia toccata e fuga di qualche giorno fa, alle 10 tutti i tavoli avevano il cartellino dell’avvenuta prenotazione. Il bello della simbiosi/sinergia fra la città del Sommo Poeta e l’Osteria Leopardi è che, ormai, una non può più fare a meno dell’altra. Che si tratti dei mercatini di Natale, che si tratti di spettacoli estivi in piazza, mostre e ogni evento che profumi di arte e cultura. Vi conviene prenotare. Ma Marco vi accoglie anche alle 15… tranquilli! Risponde allo 071 7574374.

Carla Latini

Vini di Montecappone, promozione Natale 2015

in Vini di Montecappone da

Montecappone promo Natale 2015

Regala e regalati i prelibati vini di Montecappone per le prossime feste di Natale. Ti aspettiamo nel nostro punto vendita a Jesi, in provincia di Ancona. Su tutti i prodotti della foto: Verdicchio classico, Verdicchio superiore Federico II, Sauvignon La Breccia, Tabano bianco (1° vino bianco d’Italia sulla guida Luca Maroni), Verdicchio riserva Utopia, Rosso Piceno, Tabano Rosso, Utopia Rosso con il 30% di sconto (fino ad esaurimento scorte). Da acquistare in azienda entro il 24 dicembre 2015.

Azienda Montecappone – Via Colle Olivo, 2 – Jesi (An) – tel 0731 205761

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Gegè Mangano e i profumi del Gargano per il Giro d’Italia dei sapori a Fano

in Giro d'Italia dei Sapori/Mangiare e bere da

La Lanterna di Fano, insieme a Flavio Cerioni e Elide Pastrani, è stata travolta e stravolta dall’energia di Gegè Mangano. Se l’è portata tutta da Foggia e noi l’abbiamo, con grande gusto, assorbita. A cominciare dal “panino del muratore”. Le tappe del Giro d’Italia dei Sapori di Flavio e Elide Cerioni con Alfredo Antonares e Elsa Mazzolini sono sempre più affollate. Affollate da un pubblico attento, incuriosito, con tanta voglia di divertirsi e imparare. Perché lo scopo è questo. Flavio, che se gli lasciate il microfono vi sommerge di verità (ci sveglieremo un giorno o l’altro?), in questi appuntamenti impara, cresce, racconta. Elide, grandissima cuoca mignon, mi dice che è bello capire come fanno gli altri. Ed allora: pronti, via per la terza tappa! In cucina c’è Luigi Mangano, per gli amici Gegè. Il suo ristorante si chiama Li Jalantuumene ed è a Monte Sant’Angelo in provincia di Foggia. Suoi amici al tavolo con noi – fra poco vi dico chi sono – ci raccontano che, in tempi non sospetti, quindi anni fa, Gegè serviva i suoi piatti anticipando il servizio con champagne e bolle di “alto lignaggio” solo per introdurre la cena. Magnum aperti in mezzo alla sala. Potrei ubriacarvi di parole e bolle senza fine ma la cena di Gegè alla Lanterna merita di essere ricordata con attenzione e senza distrazione. Terra: Gargano. Profumi: sole, mare, calore. Odori: verdure strascicate, mandorle, amore. Ora a me il compito difficile di riassumere quanto scritto. Il panino del muratore era il classico panino, la galuppetta o come volete chiamare voi il pranzo da asporto, dei lavoratori che non potevano rientrare a casa. Si mangiava bene, anzi meglio, senza pause pranzo con paste riscaldate al micro-onde, “camogli” e panini schiacciati in mezzo a piastre incandescenti. Il panino del muratore di Gegè è bagnato nell’uovo e fritto, intendo le due parti sopra e sotto senza farcia, riempito con alici marinate, cicoriella di campo e pomorodino dell’anno prima conservato in salamoia (buonissimo e schizzantissimo!). Le nostre mani si ungono. Mi giro e qualcuno/qualcuna usa forchetta e coltello. Ma è un panino e va mangiato con le mani! Lo dice anche Gegè quando introduce questo antipasto con la presenza colta e preparata di Alfredo Antonares. Ormai siamo, almeno tanti quanto basta, muratori foggiani. Quindi ci meritiamo le fave. In qualsiasi modo siano. Gegè ce le velluta (divine!) e le decora con un fungo cardoncello e un gambero fritto in tempura. Al nostro tavolo ci sono due giovani pastai (gli amici di Gegè di cui sopra) che Gegè protegge e promuove. L’unico primo piatto della serata sono i ravioli dei giovani produttori. Sfoglia di semola di grano duro e ripieno di podolico (che è un formaggio) e mugnoli (che sono i fratelli broccoli delle cime di rapa). Conditi solo con bottarga di muggine di Lesina. La sfoglia è trasparente. I mugnoli sotto sono evidenti e verde scuro. Non fanno grinze né “buchette”. Sono buonissimi e gaudenti in bocca. I giovani produttori si prendono tutti gli applausi. Loro sono Casa Prencipe. Gegè entra e esce dalla cucina. <<Mi sento una star>> dice ai partecipanti. Un altro applauso e si sentirà una rock star. Con il microfono in mano ci spiega la passione dei giovani pastai Prencipe e di come gli sta vicino per farli crescere. Intanto arriva ai nostri tavoli una guancia di maialino cotta a bassa temperatura con un tortino di foglie di papavero e miele di castagno. Tenerezze a fine cena. Prima di arrivare al dolce. Gegè ci ha portato le ostie ripiene di mandorle. Per farvi capire meglio, Monte Sant’Angelo, il paese dove vive e lavora Gegè, è sulla strada di passaggio verso gli imbarchi per la Terra Santa. Le suore, negli anni, usavano le ostie avanzate, per farne dei “panini” con miele e mandorle. Gegè ci fa assaggiare la versione “morbida” con miele di acacia. Insieme al dessert che ci riporta bimbi contadini: mousse di ricottina su crema di cioccolato al profumo di Strega. Unico sapore dolce in questo dolce sono croccanti scorzette d’arancia. La terza tappa del giro d’Italia dei sapori con un vincente Gegè psichedelico, si conclude con le creazioni di Paolo Brunelli (più volte menzionato sulle pagine di Tyche). Abbiamo bevuto marchigiano all’inizio e alla fine con il brut passerina spumante dell’Azienda San Giovanni a Offida e il passito di Bianchello dell’Azienda Bruscia a San Costanzo. Nel mezzo Nero di Troia e Crusta. Senza e con barrique. La prossima tappa sarà il 23 gennaio con il San Domenico di Imola. Vi tengo aggiornati. Per le prenotazioni: 0721 884748/ 335 367446/ info@allalanterna.com.

Carla Latini

Mago Forest Show al Donoma con il suo meglio, da “Mai dire Gol” in poi

in Donoma Civitanova/Eventi da

Mago Forest, oppure Mr. Forest o se volete semplicemente Michele Foresta ha tre doti: eleganza, charme e classe. Tre punti forti che da sempre riesce a nascondere benissimo. Recita così la presentazione stampa dello show che porterà a Civitanova. Cabaret, anzi gran Cabaret, venerdì 11 dicembre 2015 al Tyche Friday, il venerdì live del Donoma. Un appuntamento da non perdere con l’irresistibile comico siciliano, che vanta un curriculum importantissimo, che lo ha visto protagonista in tutte le occasioni alternative della televisione degli ultimo 30 anni. Da Renzo Arbore alla Gialappa’s di “Mai dire gol”, dallo Zelig di Claudio Bisio alla conduzione del Festivalbar. Non ultima la presenza al Chiambretti Sunday Show. Nel suo spettacolo si cimenta in una serie di numeri di alta prestidigitazione con cui cerca di dare un senso profondo alle banalità del quotidiano. Si addentra con nonchalance in tutti i derivati della magia, dal mentalismo all’ipnosi e dalla manipolazione all’escapologia con un unico risultato: l’esilarante fallimento. Al suo fianco, oltre al travolgente coinvolgimento del pubblico, da segnalare anche il suo fedele collaboratore e pianista Lele Micò. Ci lasciamo andare ad una piacevole chiacchierata con questo ammirevole cialtrone del divertimento. Ecco cosa ci siamo detti.

Michele Foresta, in arte Mago Forest: cosa vuole dire essere comico?

<<Essere comico è un privilegio, il privilegio di rimanere un po’ bambini per sempre. E’ lo stato cui l’uomo dovrebbe ambire. Noi comici abbiamo questa fortuna>>.

Nella comicità di tutti i tempi l’essere cialtrone è un irresistibile ingrediente di forte identificazione. Indimenticabili sono stati Stanlio e Ollio o Benny Hill. Tu sei la loro risposta italiana?

<<Diciamo che hai fatto un paragone improponibile e azzardato. Mai mi sognerei di avvicinarmi a loro, sono un’unghia incarnita di questi nomi. Hai citato personaggi inarrivabili: se ci pensi facevano il loro lavoro decine e decine di anni fa ma ancora adesso la loro comicità sembra così attuale. E’ universale. Diciamo che ti ringrazio ma il paragone non ci sta. Quindi, caro Kruger, sei da internare con questa domanda!>>.

Trent’anni di attività da comico nella storia della televisione italiana ti hanno permesso di esserne un concreto testimone. Puoi dirci se ci sono stati dei cambiamenti evidenti in questo arco di tempo nel piccolo schermo?

<<Sicuramente molto è cambiato, ci sono cicli periodici. In questo momento l’offerta televisiva è così ampia che anche la comicità viene spalmata in diversi canali. Da una parte è un bene perché in tanti possono affacciarsi più facilmente al mondo della televisione, ma dall’altra c’è il rischio di veder calare la qualità della proposta>>.

Gialappa’s Band, Renzo Arbore, Piero Chiambretti e Maurizio Costanzo, tanto per fare dei nomi. Con chi ritorneresti a lavorare di corsa e con quale artista vorresti invece lavorare per la prima volta?

<<Prima ti parlavo di privilegi: nella mia carriera sono stato fortunato. Una componente che in questo lavoro serve moltissimo. Ho avuto l’onore di lavorare con Arbore. Lì ho conosciuto Nino Frassica e sono stato a bottega da lui. Poi ho avuto ancora la fortuna di far parte del gruppo di Zelig, che era un localino ed un habitat naturale per un comico. Poi è arrivata la Gialappa’s e con loro ho trascorso nove anni meravigliosi. Non ho invece mai lavorato con Gene Gnocchi e mi piacerebbe tanto farlo. Adoro il suo “nonsense”. E vorrei che tornasse in televisione Daniele Luttazzi. Luttazzi è un personaggio che è stato dimenticato un po’ troppo in fretta. Ma ha spostato i paletti della comicità in Italia. Meriterebbe un grande ritorno>>.

A proposito di tv, teatro o cinema: come cambia la tua comicità nei tempi di recitazione, negli argomenti o nella mimica?

<<Guarda io il cinema l’ho frequentato pochissimo e non sente la mia mancanza credo! In tv, anche in questo caso, sono stato fortunato perché ho avuto il privilegio di lavorare con trasmissioni dove c’era un pubblico live, spesso anche pagante, come a Zelig. Quel tipo di televisione è come il teatro>>.

Cosa ci proporrai al Donoma? 

<<Intanto sono contento di venire a Civitanova perché uno dei motivi per cui faccio spettacoli dal vivo è che mi permette di cambiare regione, città, assaggiare vini e cibi diversi. Poi il Donoma è un bellissimo locale e mi fa piacere esibirmi lì. Lo spettacolo ripercorrerà il meglio del mio repertorio. Sarà il “the very best of”!>>.

Ricordi, aneddoti o curiosità sulle Marche o sui marchigiani?

<<Mi vengono in mente i miei inizi, quando lavoravo anche nei night club. A quel tempo ho girato anche nelle Marche, a Senigallia e Ancona. Ricordo un locale, lo Snoopy e serate in cui sapevi quando partivi e mai quando tornavi. Da un’esibizione ne nasceva un’altra. Ogni tanto passo di nuovo a trovarvi, ho buoni amici da voi>>.

Ogni mese abbiamo una parola, noi di Tyche Magazine, con cui facciamo filosofeggiare i nostri ospiti. A te è capitato il termine NETTARE. Che pensiero ti stimola?

<<Nettare è l’essenza della vita. L’associo sempre alle api. Dobbiamo imparare tanto dal sistema organizzativo delle api, visto che come genere umano abbiamo un po’ fallito. Farei un cambio di turno. Ecco, basta uomini, farei gestire il mondo alle donne>>.

Kruger Agostinelli

Prezzo solo spettacolo: 15 euro con Drink (con entrata al club dalle ore 23)

Area Club: Gran Buffet + Show = 25 euro

Area CkuB: Gran Buffet + Tavolo + Show = 49 euro

Area Ristorante con Cena Servita alla carta = (prezzo menu + 10 euro per Show oppure 20 euro Show + tavolo)

Inizio concerto alle 23 (biglietteria Donoma dalle 21,00)

A partire da mezzanotte e trenta Formula Disco con Davide Domenella & Aldo Ascani con ingresso libero alle donne e uomo 10 euro con consumazione.

Donoma Sound Theater and Food via Mazzini 47 Civitanova

Info e prenotazioni: 0733 775860

Incognito, il fascino indiscreto del funky soul. Il Donoma del Tyche Friday sempre più club.

in Donoma Civitanova/Eventi da

Se proprio vogliamo fare un gioco di parole, Jean-Paul “Bluey” Maunick e il suo gruppo non sono passati in…Incognito! Una battuta in effetti è scontata ma tutto il resto è stato tutto originale e coinvolgente all’ennesima potenza. Ne hanno guadagnato veramente tutti, a partire dal gruppo che, dedicando spesso slogan inneggiati alla pace, ha offerto un’esibizione dirompente e ricca di energia. A farne le gradite spese, un pubblico gremitissimo arrivato da tutta la regione e pure dalla vicina Romagna. Una ventata di nuovo per il venerdì live del Donoma. Un attestato di diritto per la denominazione Club, anzi International Club, che il Tyche Friday si è conquistato sul campo, concerto dopo concerto, in questa straordinaria stagione. E l’etichetta “che bello questo Donoma”, scandita da sempre più nuovi frequentatori del locale civitanovese, vale più di mille medaglie. E gli Incognito? Gloriosi guerrieri della musica dal vivo, quelli che te la fanno entrare dentro e ti trafiggono cuore ed anima. Anche nelle loro indivualità strumentali hanno generato legittimi entusiasmi. Dispiace pure fare delle segnalazioni considerando l’assoluta qualità di ognuno di questi musicisti, stratosferici interpreti del soul funky. Eppure come non fare delle citazioni? Tre voci su cui eccelle Vanessa Haynes, presenza irresistibile con tanto di fiore in testa e vestito aderentissimo, lente di ingrandimento per le sue evidenti forme. Francis Hylton un bassista possente e mai scontato. L’occhio attento del leader e chitarrista “Bluey”. Ma il pieno delle attenzioni femminili è stato per l’unico italiano del gruppo Francesco Mendolia, un batterista a cui è stato affidato un ruolo primario nel sound degli Incognito, con il supporto, neanche tanto secondario, del percussionista Joao Caetano. Il culmine del loro sound arriva grazie ad “Always There” dove il pubblico in platea ha ballato in ogni angolo. Da citare, a parte un ruffiano “One love” di Bob Marley, due cover di Stevie Wonder di impressionante bellezza. I loro titoli? “As” e il bis “Don’t you worry ‘bout a thing”.
Intanto il palcoscenico del Tyche Friday cambia forma e la prossima settimana, venerdì 11 dicembre arriva il mitico Michele Foresta, in arte Mago Forest, con il suo Show. Altro appuntamento imperdibile.

Kruger Agostinelli

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