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novembre 2015 - page 2

Earth Wind & Fire Experience quando la musica vince su tutto e il Donoma ora è un Club maggiorenne

in Donoma Civitanova/Eventi da

Avrei voluto utilizzare il termine esplosivi per descrivere gli Earth Wind & Fire Experience sul palco del Donoma in occasione del nuovo live del venerdì notte di Tyche Friday. Ovvio che, alla luce della agghiacciante strage parigina, evito fraintendimenti. Anzi, ora più che mai ritengo che dobbiamo difendere il nostro diritto al sano divertimento. Quindi partendo dal presupposto che non è un obbligo odiarci, ritorno alla cronaca di questa formidabile notte fatta di musica e di buone ragioni. L’avvenimento internazionale che Al McKay, una delle due storiche ali degli EW&F, oltre a decretare l’entrata in pieno diritto del Donoma tra i più importanti club italiani, ha saputo mettere d’accordo tutte le anime che si nutrono di musica. Un’onda sonora inarrestabile di ritmi e melodie in cui abbiamo rivissuto decenni di indimenticabili canzoni. Marco Chiatti, abile ed attento cronista del Corriere Adriatico, in questa occasione si rivela anche un’autorevole cartina di tornasole. Mi dice senza mezzi termini “il Donoma come ieri non l’avevo mai visto…veramente un club musicale di calibro internazionale” aggiungendo poi, “credo di aver visto pochi concerti in vita mia di questo livello musicale”. Musica che ha ricaricato cuore e fisico, considerando poi il dopoconcerto con la musica di Davide Domenella. September, Let’s groove tonight, Sing a song e Boogie Wonderland, tanto alcuni titoli, hanno permesso al leader chitarrista Al McKay, insieme agli altri 13 elementi della band di far capire, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la musica live sa essere migliore di quella registrata. Qualche citazione biografica anche per alcuni eccellenti strumentisti, che forse non tutti sapranno da quale galassia musicale siano arrivati. Il pianista Ben Dowling ha collaborato, ad esempio, con Madonna e Michael Jackson. I vocalist Devere Duckett e Tim Owens provengono da esperienze con Stevie Wonder e Barry White. Mentre l’applauditissimo sassofonista Ed Wynne era con The Doobie Brothers. Al McKay all’uscita si concede a qualche foto e a una nostra domanda sul senso della vita, ci risponde così: “L’amore e la musica riescono a superare tutto”.  Il prossimo appuntamento internazionale è fissato per il 4 dicembre con gli Incognito mentre la settimana prossima toccherà ad Enrico Ruggeri.

Kruger Agostinelli

Foto di Federico De Marco

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La maturità creativa dei Negramaro: “Uno stimolo per rinnovarsi”. E ad Ancona è (quasi) sold out

in Giornalista e dintorni/Senza categoria da

Continua l’amore di Ancona per i Negramaro: biglietti a ruba con qualche disponibilità ancora al botteghino per gli ultimi indecisi che domenica 15 novembre vorranno assistere allo show al PalaRossini. Ben venticinque i brani che verranno spalmati in un concerto che, dopo uno spettacolare intro, prenderà il via con “Sei tu la mia città”. Prendiamo al volo alcune confidenze con il tastierista Andrea Mariano. Ecco di seguito l’intervista.

Il tour è partito alla grande e c’è voglia di sentirvi da ogni posto dell’Italia. Mi domando: dopo quindici anni di attività c’è il timore di invecchiare? Oppure sentite i benefici della maturazione?

<<Il timore no. Questo “invecchiamento” per noi si trasforma in maturità. E’ più in generale un discorso che abbraccia chi è a contatto con la creatività, con l’arte: tutto diventa infatti occasione per mettersi in gioco, mettersi in discussione. La maturità permette di rinnovarsi, perché i tempi cambiano. Bisogna decifrare i nuovi messaggi che arrivano dal pubblico, i gusti, le tendenze e tutto quello che ci accade intorno. Per noi questa maturazione rappresenta un forte stimolo. Ovviamente non andiamo mai a ripeterci con cose già dette e cerchiamo di stimolarci con nuove composizioni, con l’allestimento di un tour e con tutto quello che riguarda il nostro mondo musicale>>.

Ai Negramaro va anche l’Oscar per saper collaborare con gli altri colleghi italiani. Sul programma “Unici” di Rai 2 erano concordi con questo anche De Gregori e Elisa, Biagio Antonacci e Neri Marcorè. Pure Patty Pravo ed Emma. Insomma ci potrebbe essere il preludio per un’importante operazione di collaborazione artistica italiana. Ci avete mai pensato?

<<Siamo sempre stati “trasversali”, nel senso che non abbiamo mai avuto pregiudizi per quanto riguarda generi della musica italiana e internazionale. Attraverso i contatti che si stringono durante il percorso, sono nati rapporti partiti dall’amicizia e in molti casi sfociati in collaborazioni importanti. Penso a Jovanotti, a Elisa e in ultimo, a Biagio Antonacci. Biagio ci ha chiesto di arrangiare la sua “Liberatemi”: un pezzo intoccabile per noi, ma siamo riusciti a catturare il suo entusiasmo. Le collaborazioni accadono. A noi piacciono perché rappresentano anche queste forti stimoli che arrivano. Assorbiamo un po’ di energie da altri artisti e ne trasmettiamo un po’ delle nostre. Non bisogna allora escludere il fatto di pensare alle collaborazioni in maniera più consistente, anche perché “La rivoluzione sta arrivando” è stato un lavoro un po’ più “puro”. Abbiamo deciso di rimanere legati ad un concetto intimo e personale, quindi credo ci sarà spazio in futuro per progetti con molti amici>>.

Il vostro concerto include in scaletta ben 25  brani. Sono tutte vostre canzoni o avete inserito qualche omaggio ad altri artisti?

<<L’omaggio che ormai è diventato quasi un cavallo di battaglia alla pari dei nostri singoli è “Meraviglioso”. Un brano che appartiene al Dna dei Negramaro. Per il resto ci saranno nostri pezzi con l’inserimento di parti strumentali per rendere più fluido lo show. Allo spettacolo abbiamo voluto dare un aspetto molto cinematografico, non a caso ci sono delle proiezioni. Quasi una colonna sonora della parte visual>>.

Ricordi o aneddoti che vi fanno venire in mente gente o luoghi marchigiani?

<<Io personalmente ne ho uno che è legato ad Osimo, gemellata con il mio paese d’origine, Copertino, che è anche quello di Giuliano. Quindi ogni volta che ci troviamo in zona andiamo a visitare la cittadina, che è bellissima. Inoltre ad Osimo si trova la salma del santo patrono del nostro paese, San Giuseppe da Copertino. Nel nostro primissimo disco, che ora non si trova più in circolazione, c’è un disegnino di Giuliano, stilizzato, in un angolino della pagina, raffigurante proprio san Giuseppe da Copertino. E’ il Santo dei voli, ci ha portato fortuna. Ad Ancona sono legato per uno dei primi concerti che abbiamo fatto in un club, il Barfly, nel 2005. Eravamo appena usciti da Sanremo ed è stato uno dei nostri primi sold out. Non ci aspettavamo una così grande partecipazione>>.

Tyche ogni mese filosofeggia con i suoi ospiti su di una parola. Questo mese è VITA. Cosa significa per te VITA?

<<In questa momento mi piace legare il concetto di vita a quello di rivoluzione. Non per riportare il discorso per forza al disco, ma effettivamente nella vita ognuno ha bisogno costantemente di una piccola grande rivoluzione. Nei momenti in cui si fanno delle scelte c’è bisogno di coraggio. Io ho affrontato la mia rivoluzione credo a 20 anni, quando ho scelto di vivere di musica. Ora sto godendo dei frutti. Quindi la vita è piena di rivoluzioni>>.

Negramaro ad Ancona. Domenica 15 novembre 2015 ore 21 al PalaRossini. Prevendite su TicketOne e Ciaotickets. In caso di posti esauriti online saranno disponibili altri biglietti direttamente al PalaRossini domenica dalle 18 fino ad esaurimento posti. Dalle 19 apertura cancelli.

Kruger Agostinelli

Dallo Champagne alla “freschezza” del porto: Galileo è sempre pronto a stupire

in Senza categoria da

Civitanova è viva anche d’inverno. Forse i civitanovesi se ne accorgono poco, abituati come sono alla movida primaverile ed estiva. Lo dimostra il fatto che molti ristoranti sulla riviera – avete presente quei bellissimi chalet che sembra di mangiare in riva al mare? – sono aperti e, per fortuna, pieni di gente.

Galileo è uno di questi. Stefano, il patron, è un personaggio eclettico che interagisce con i clienti con simpatica decisione. Li accompagna a capire il motivo delle sue scelte. Che sia un vino, un pescato del giorno, un olio evo. I suoi clienti ormai lo sanno e si aspettano, ogni volta, di essere stupiti. E questo avviene molto spesso. Stefano è un appassionato di champagne. Da lui le più belle maison sono in carta. Da poco sta anche importando piccole maison direttamente dalla Champagne. Mi ha fatto vedere le fatture. Dalle bolle più famose del mondo al mercato del pesce alle 3 e mezza il passo, per Stefano, è breve. Per uno che ama dormire come lui il sacrificio è doppio ma per noi buongustai è un regalo grande. Pensate che Stefano, ogni mattina, dopo l’acquisto, posta sulla pagina facebook del Galileo la foto del pesce comprato e la relativa fattura con i prezzi in evidenza. Bel coraggio. Poi, ridendo, mi racconta che scarica e torna a dormire. Lo chiamano i suoi ragazzi verso le 11. Quando sono stata da lui aveva trovato scampi di media pezzatura e la gente, mi dice, vuole gli scampi grandi. Anche i rombi e i san pietro non erano grandissimi. Ho mangiato un san pietro al vapore solo con olio evo… vi lascio immaginare. Se siete degli appassionati del pesce vero, quello che Stefano chiama <<senza puzze>> (perché a lui la puzza di pesce dà troppo fastidio) Galileo è per voi. La moglie di Stefano è la regina della cucina. La sua grazia nei piatti è evidente. Femminile nel senso più alto della parola. Ho assaggiato filetti di sogliole e gamberi su verdure con avogado e un’insalata di seppie con i carciofi. La julienne di seppie trattiene, gradevolmente, un po’ del loro nero. Le altre proposte a menu sono classiche e direttamente proporzionali al tipo di pescato che Stefano riporta dal porto. Gli abbinamenti con frutta e verdura sono croccanti e saporiti. In sala, poi, insieme a Stefano ci sono Simone e Nicola. Due ragazzi simpatici che rendono il servizio professionale ma “leggero”. Mi fermo a parlare anche con loro e scopro che Simone è un grande conoscitore di essenze e profumi. Così “naso” da riconoscere il mio profumo che Hilde Soliani (ne ho già scritto per voi, potete leggere l’articolo QUI) ha dedicato al burro e ostriche di Mauro Uliassi. Si è fatto tardi e devo andare. Sarei rimasta ancora. Tutto qui, Galileo mi ha fatta star bene.

Carla Latini

Daniele Patti, lo scudiero di Pesaro. Un paladino dei gran prodotti

in Senza categoria da

Daniele Patti, messinese di nascita ma pesarese di adozione, ha il volto di un giovane scuderio del XVI secolo. Il volto malandrino di quelli che facevano breccia nel cuore delle gran dame. Classe 1988 – mamma mia quanto è giovane! – insieme al suo collega e braccio destro in cucina Matteo Ambrosini, cavalca, è proprio il caso di scriverlo, il ristorante Lo Scudiero a Pesaro.

In pieno centro storico. Bello negli interni e fuori nel giardino che l’estate diventa la meta di appassionati gourmet dell’aria aperta. Qui, appunto nel XVI secolo, c’erano le scuderie di Palazzo Baldassini. Le mura raccontano storia. Il locale è elegante, candido, colori dal bianco al beige. Servizio eccellente e simpatico. Anche se non ho bevuto vino, il giovane sommelier (35 anni), Ivan Filanti, mi ha coccolata lo stesso con acqua naturale e racconti di vino. Daniele è giovane, la sua formazione solida (all’entrata del ristorante c’è una sua foto con Marchesi ai tempi dell’Albereta quando era veramente un bambino) potrebbe portarlo chissà dove. Ed invece ama Pesaro. La sua città. Così tanto da ristrutturare la parte superiore delle scuderie per farne un luogo del cibo e del vino rivolto a tutti. Grandi prodotti e proposte di “facile ascolto”. Ma di questo vi racconterò quando il locale sarà pronto. Ritorno al mio pranzo di qualche giorno fa. Giornalisti che stimo, come Luigi Cremona e Davide Eusebi, mi parlano di Daniele sempre con grande entusiasmo. Quindi mi siedo a tavola con un’ansiosa grande aspettativa. Vorrei provare tutto per capire meglio il pensiero di Daniele.

Vengo attratta da una proposta fra gli antipasti che si chiama: i quattro antipasti di Daniele. Tutto pesce dall’inizio alla fine. Pesaro uguale mare. Ho incrociato Daniele appena sono entrata e poi seguo lui e Matteo con la coda dell’occhio. La cucina è, discretamente, a vista. Mi serve un cameriere biondo, sorridente dall’inizio alla fine. Insieme a Dunia Donini, una bella moretta, moglie di Daniele. Il locale, anche se è un semplice martedì all’ora di pranzo, comincia a riempirsi. Il mio primo antipasto si chiama: tagliatella di seppia al pesto leggero di alga nori. Si sente l’alga che scricchiola in bocca. Mi ricorda dei piatti di Uliassi. So che si vogliono bene e questo mi fa piacere. Il piatto è molto abbondante, così come gli altri che seguiranno. Pesaro style mi spiega poi Daniele. Il cliente ha sempre, quasi, ragione sarà la mia risposta. Il baccalà alla catalana con fondente di patate mi regala un contrasto in bocca di caldo e freddo molto interessante. Apprezzo i pomodorini, polposi, e la cipolla rossa quasi cruda. Il baccalà si scaglia che è una delizia e il fondente di patate è una nuvola. Mi sa che avete capito che mi è piaciuto molto. Le proposte pesce, come indicato nell’elenco dei piatti, sono legate al pescato del giorno. E quel martedì il pescato era particolarmente generoso. Mi becco uno scampone del Conero piastrato con cura su una panzanella con dadini di pane croccanti con pesto di rucola e mandorle. Qui il dolce dello scampo, il leggermente amaro del pesto, l’agrodolce della panzanella potrebbero creare un po’ di confusione. Ma la scelta intelligente di una julienne di carote crude rimette a posto le carte.

Alla fine arriva il piatto, secondo me, da 10 e lode. Sarà che adoro le triglie e quindi mi perdonerete questa mia ‘debolezza’. Sopra una consistente crema di provola si adagia leggiadra, perché con il codino in su, una triglia intera e senza spine impanata e grigliata (le mollichine intorno sono del colore dell’oro). Accanto a lei un parallelepido di polpa di melanzana senza buccia, questa fritta a mio parere, ripiena di pomodorini interi confit. Tanti sapori insieme in un piatto eccellente. Triglia e melanzana erano piacevolmente bollenti. Mentre la crema tiepida. Bravo Daniele. Glielo voglio dire quando ci fermiamo a fare due parole prima della mia dipartita. Ma non ci riesco. Parliamo del suo nuovo progetto. Di altri grandi progetti futuri. Parliamo del tanto lavoro che ha che non gli permette di seguire eventi ai quali viene sempre chiamato. Vorrei dirgli che è giovane ed ha tutto il tempo. Poi scatta in me l’esperienza di “mamma”. E sto zitta. Vedo per lui un grande futuro. Lui e Matteo hanno grazia, sicurezza, materie prime ottime. Spavalderia negli azzardi. Che mi piace sempre tanto. Nell’elenco delle proposte ci sono anche piatti, rassicuranti, della tradizione pesarese e marchigiana, se non avete voglia di creatività. La carta dei vini che Ivan mi ha portato perché sono curiosa è ben fornita e di livello. Saluto Daniele con un bel bacio da mamma e gli prometto questo pezzo che spero gli piacerà.

Carla Latini

Alle Cantine Monteschiavo incontri fra vigne e ulivi

in Mangiare e bere da

Clienti, amici, opinion leader e semplici appassionati hanno “invaso”, la collina di Maiolati Spontini in occasione di un appuntamento organizzato dalle Cantine Monteschiavo. La scusa buona quella dell’olio evo non filtrato appena franto. E di un vino coraggioso. Una Lacrima Superiore che si chiama la Rediviva. L’annata, quella del 2014. Un vino giovane, rosso rubino trasparente. Intenso nel profumo inconfondibile. Alla bocca molto piacevole. Perfetto per esaltare l’olio denso e verde, come le foglie di ulivo, servito su fette di pane bruschettate e croccanti. La festa è cominciata con i tappi saltellanti delle bollicine cult dell’azienda. Ogni persona è stata accolta così e accompagnata in un percorso di calici colmi da degustare e prodotti unici da assaggiare. In questo percorso ho conosciuto il produttore e il cuoco delle zuppe di legumi e cereali “La vita è bella”. Zuppe biologiche, perfette per l’olio nuovo. Si ferma, interessato, Glen, il cuoco filippino de Il Libeccio di Marcelli di Numana (leggerete di lui su queste pagine a breve). Mi interessa il suo punto di vista. Il suo lato, diciamo, non italiano. Anche se credo di aver capito che sia nato in Italia. I cuochi sono tutti uguali. Basta una farina di cereali alternativi, delle lenticchie che sembrano coriandoli colorati a stimolare la fantasia creativa. Ed è bello ascoltarli quando lo fanno a voce alta. Glen pensa, con il sonoro, a pesce e lenticchie. Alle pelli – in realtà la pelle del pesce si chiama cute – lavorate in maniera tale da rimanere croccanti colorandosi dei colori delle lenticchie. Accanto una lasagna a due strati fatta con le farine di ceci e di farro. In mezzo una crema di lenticchie che sarà di un unico colore. Glen parla ed io immagino.

Accanto a noi si ferma Luca Belleggia. Giovane manager del nuovo Hotel di Ancona il Seeport. Anche di questo vi racconterò a breve. Con lui si ragiona sullo stile che deve avere un albergo internazionale. Di come la cucina lascia alla creatività il giusto spazio. Spesso un viaggiatore stanco non ha una grande voglia di mangiare piatti elaborati. Quindi nel menu di un international ci sono anche piatti “tristi” ma necessari. Luca si occupa dell’acquisto dei vini e mi porta un calice di pecorino Monteschiavo. Mentre beviamo – ed io imparo – ci avviciniamo alla “bancarella” di Baldi. È molto conosciuto fra i ristoratori perché li rifornisce delle migliori carni italiane ed estere a filiera controllata e certificata. Ma oggi è qui con una “chicchissima” (il pubblico merita). Un baccalà delicato, scaglioso e quasi croccante cucinato “nientepopodimeno” che da Errico Recanati nella classica ricetta all’anconetana. La mano di Errico è lieve e alleggerisce qualsiasi provocazione di questo celebre pesce essiccato con il sale. Così il mio pecorino rimane persistente e non viene sopraffatto da altri sapori. Accanto alla classica ricetta, Errico ha preparato una sorpresa nel suo stile, spiritoso! Inconfondibile. Baldi mi fa vedere una specie di oliva che nella forma somiglia di più a un grande cappero. La prendo dal picciolo, che è un picciolo vero, la metto in bocca e lentamente si scioglie. A cosa penso? Al baccalà mantecato del Vecio Fritolin di Venezia, il più buono della mia vita! E ai capperi che mi manda sempre Carlo Hauner da Pantelleria. Buonissimo boccone. Degno della Rediviva che, Emanuele Boccaccini, il maitre del Marchese del Grillo, mi sta offrendo. Alcuni scappano via dopo veloci assaggi. Altri, è lunedì e sono chiusi, rimangono a chiacchierare. Il buio è arrivato prima. Le vigne, con le foglie arrossate dall’autunno, brillano grazie a luci messe con grazia e maestria. È un po’ umido. Olio, pane e vino ci scaldano. Ma che bella festa!

Carla Latini

Gualtiero Marchesi assapora il tartufo bianco di Acqualagna. E taglia il nastro della Fiera nazionale

in Mangiare e bere da

“Io sono il mio stile”. Con questa frase Gualtiero Marchesi ha salutato, lo scorso 25 ottobre, i cittadini di Acqualagna e le Marche intere. Posso affermare, a ragione, che il Maestro di tutti i più grandi cuochi italiani, si è realmente affezionato alla nostra regione.

Quindi ogni scusa è buona per ritornare. A lui, quest’anno, l’onore di tagliare il nastro tricolore della Fiera nazionale del Tartufo Bianco Acqualagna, accanto al sindaco della città Andrea Pierotti e al Presidente Luca Ceriscioli. Che ho scoperto essere un grande buongustaio oltre che cuoco. I marchigiani lo vedranno all’opera il prossimo 15 novembre sempre ad Acqualagna. Perché qui il tartufo si festeggia per un mese intero. Ritorno a Gualtiero. Alla domanda: come usa il tartufo nella sua cucina? Ha risposto citando un suo cavallo di battaglia. Un piatto storico del suo repertorio: <<In insalata con asparagi e penne, accompagnate da tartufo fresco secondo le stagioni>>. Ha poi ripreso il discorso, mai interrotto, aperto a Senigallia durante l’incontro con i ragazzi dell’Alberghiero. Il concetto della materia prima ed il rispetto sacro di essa non abbandonano mai i suoi pensieri. <<Arriverò a fare un piatto con un solo grande ingrediente. Che sia carne o pesce o verdura. La materia prima da sola. Esaltata da se stessa>>. Mi dice al telefono qualche giorno dopo che è stato contento della calda accoglienza che gli hanno riservato e del premio La Ruscella d’Oro. Essendo i 50 anni della Fiera del Tartufo di Acqualagna, il Comune ha fatto le cose ed in grande. Il Maestro ha poi passeggiato per gli stand gastronomici dando saluti e attenzioni a tutti. E’ sempre un grande. Ed io sono felice di essere sua amica…

Carla Latini

Il talento di Gianluca Grandinetti non ha confini, da Justin Bieber a Ben Harper

in Arte/Cultura/Moda da

Gianluca Grandinetti, 24 anni di Potenza Picena, nel Maceratese, è ormai una realtà nel mondo del videomaking. Gianluca ti colpisce subito per educazione, timidezza e riservatezza. Poi, parlandoci, si rimane incantati dalla sua preparazione. La “raccomandazione” di Henry Ruggeri nel proporcelo in redazione è più una dritta che uno scambio di favori. I due si raccontano (l’intervista video qui sotto) con una sana complicità. Fa piacere vedere come un nostro giovane talento sia apprezzato ormai a livello mondiale. Un videomaker che raccoglie consensi e premi internazionali. Insomma uno dei frutti buoni di una terra marchigiana che sa esportare stile e talento.

Tra voi due è nata una grande collaborazione.

Gianluca: <<Siamo marchigiani entrambi e ci siamo “beccati” nel nostro “paesino”. Ci troviamo a 5 chilometri di distanza, io sono di Potenza Picena, lui di Porto Potenza Picena. Henry è tutt’ora il mio idolo. Prima di conoscerlo sfogliavo le sue foto pazzesche e le guardavo al computer pensando: è un grande, vorrei davvero stringergli la mano>>.

Henry:<<Avevo necessità di “scaricare” il mio hard disc di conoscenze ad una persona abile e più giovane. Così ho incontrato Gianluca: quando l’ho conosciuto aveva 20 anni e già era dotato di un gran talento. Quello che è successo è stato inevitabile>>.

Gianluca: <<Henry mi ha fatto conoscere il mondo della musica, il rock, e mi ha insegnato lo spirito con cui affrontare il lavoro, la vita e il lungo viaggio che puoi avere di fronte la mattina quando ti alzi dal letto. Mi ha insegnato a buttarmi senza paura nuotando tra i pesci grandi, allargando le spalle. Mi ha insegnato cos’è il Rock’n’Roll in tutto, non solo nella musica>>.

Con chi hai iniziato?

Gianluca: <<Parlo degli ultimi tre anni. Ho iniziato la mia prima esperienza insieme ad Henry per Barley Arts. Abbiamo così collaborato con Lenny Kravitz, Ben Harper, Mika e altri artisti. Da lì c’è stato un uragano di eventi, uno dietro l’altro. Faccio difficoltà a ricordarli tutti in fila. Il più importante, l’incipit, tre anni fa con il tour dei Radiohead. In quella occasione abbiamo capito che fondamentalmente potevamo creare questo pacchetto foto-video “On the Road” e proporlo alle varie agenzie. Che poi non lo abbiamo mai neanche proposto, è stato un effetto naturale. A catena>>.

Che sistema usi per i tuoi lavori?

Gianluca: <<Il mio livello telecamere e altro è “semplice”: penso molto all’inquadratura, curo il sapore dell’immagine. Sono partito con le compatte, poi sono passato alle reflex. Adesso giro con una cinecamera con ottiche “cinema”. Ma scelgo di volta in volta. Dipende sempre da quello che devo fare>>.

Quale lavoro ti ha lasciato dentro più cose?

Gianluca: <<Devo farti delle distinzioni. Faccio molta musica e molta moda soprattutto. Diciamo che il mio vero obiettivo è creare immagini il più vicino possibile alla “video arte”. E’ questo il campo che mi piace di più ma che è anche il più difficile. Quindi nei fashion film (non parliamo di commercial) curo l’estetica ai massimi livelli integrando il prodotto, che in questo caso è magari un outfit completo di uno stilista. La musica ha un livello diverso: l’interpretazione è più legata alla canzone>>.

Con chi ti sei sentito più a tuo agio? Insomma vogliamo i nomi!

Henry: <<Da esterno penso che Gianluca ha fatto un ottimo lavoro quest’estate, durante il concerto degli Ac/Dc ad Imola, dove io ero il fotografo ufficiale e lui il videomaker ufficiale. Purtroppo il video non è ancora disponibile perché stanno aspettando le liberatorie. Ma è un prodotto da brividi>>.

Gianluca: <<Negli ultimi tre anni grazie ad Henry ho stretto tante mani e conosciuto tante persone che prima vedevo solo in tv e nul web. Ora posso parlare delle sensazioni che ho provato di fronte a tali personaggi. Mi sono trovato bene ad esempio con Fabri Fibra: ho fatto due lavori per lui, il video di “Alta Vendita” e un documentario del tour. Poi, parlando di star, citerei sicuramente Ben Harper, uno dei miei artisti preferiti. Dopo un mese che abbiamo iniziato con Henry a lavorare insieme l’ho incontrato. Con Ben Harper abbiamo iniziato a chiacchierare, ho preso il plettro e abbiamo mangiato una pizza. Tengo segretamente il suo autografo nel mio studio>>.

Chi ti ha deluso?

Gianluca: <<Non ho avuto grandi delusioni>>.

Ultimamente hai fatto qualcosa per Justin Bieber (li trovate insieme nella foto di copertina di questo articolo, ndr).

Gianluca: <<Una bella sorpresa è il mio primo lavoro con un’agenzia internazionale. Ho sempre lavorato per l’Universal Italia, con Fabri Fibra, Clementino, Marracash e altri, questa volta per l’Universal America, che segue appunto Justin. Sta promuovendo il suo nuovo album e negli ultimi giorni sono stato a Milano per fare una clip e altre cose che utilizzeranno, non so ancora come. Un’esperienza bella e con Justin mi sono trovato bene. Lui ha ricevuto diverse critiche ma magari chi giudica non pensa che è un ragazzo di 21 anni come tutti, che ha una vita diversa per il semplice fatto che ha sempre migliaia di telecamere puntate addosso>>.

Sei partito da una piccola realtà. E’ bello sapere che ormai i ragazzi marchigiani non hanno più orizzonti e limiti. Il prestigio italiano della creatività che ti ha aiutato?

Gianluca: <<Proprio alcuni giorni fa ho vinto un premio a Chicago grazie ad un fashion film. Il premio si chiama proprio “Bellezza”, scritto in italiano e non in inglese. Questo perché viene dato un riconoscimento all’estetica. Il video è girato a Recanati e a villa Buonaccorsi a Potenza Picena. Secondo me ha ottenuto consenti proprio per la sua impronta “italiana”>>.

Sogno nel cassetto?

Gianluca: <<Parlerei di sogni, ne ho diversi. Mi piacerebbe tanto seguire una rock star o una band per un periodo, e curarne l’immagine a 360 gradi. Mi stimolerebbe molto come sfida. Un sogno che ho in comune con Henry. Un altro è quello di riuscire ad esprimermi al meglio con le immagini. Non importa con quale brand o in quale situazione, ma vorrei ottenere attraverso la telecamera quello che ho in mente al massimo. Sto lavorando per arrivare ad un livello più alto>>.

Kruger Agostinelli

 

Giorgio Montanini al Tyche Friday del Donoma: “Un monologo contro il buonismo che lava la coscienza”

in Donoma Civitanova/Eventi da

Giorgio Montanini, massimo esponente della Stand up comedy, approda venerdì 6 novembre nelle sue Marche e precisamente al Donoma di Civitanova, nel live targato Tyche Friday. Al suo quarto monologo satirico, con “Liberaci dal bene” mette in evidenza le contraddizioni della società e del pensiero comune. Un viaggio attraverso le debolezze dell’autore che si mette a nudo sul palco. Un feroce attacco al buonismo di circostanza. Vi proponiamo una veloce intervista con lui in attesa del suo imminente spettacolo.

Giorgio Montanini, Playboy non mette più le “donnine” completamente nude dentro il suo giornale. Sei turbato?

<<Guarda non ho mai comprato una copia di Playboy in vita mia. E non me ne frega niente! Se l’hanno fatto per bigottismo stupido è giusto che chiudano proprio. Invece se hanno cambiato linea editoriale non me ne frega niente della notizia. Quindi non ci trovo nulla di positivo>>.

A proposito il tuo nuovo monologo che proporrai al Donoma è intitolato “Liberaci dal bene”. Pensi che dobbiamo “indurci in tentazione”?

<<Tu l’hai visto a Portonovo (l’articolo QUI). E’ un monologo contro il buonismo del cazzo non contro il bene in assoluto, ammesso che il bene esista come esiste il male. Secondo me esistono invece degli individui, che hanno la possibilità di scegliere con il proprio cervello senza doversi aggrappare a miti o idolatrare Dei che non ci sono>>.

Il buonismo esasperato!

<<Certo, è lo stesso buonismo che sta su Facebook quando muore un comico in Francia, lo stesso che c’è a Pasqua per gli agnellini e lo stesso buonismo che c’è per un bambino migrante che muore sulla spiaggia. Cerchiamo di pulire la coscienza sentendoci un po’ migliori degli altri, ma in realtà, purtroppo, siamo delle brutte persone>>.

Ma gli ipocriti ti temono oppure in cuor loro fanno il tifo per te?

<<Gli ipocriti non devono temermi, semplicemente perché lo siamo tutti. Uno che dice “guarda che io non lo sono” è un essere umano che, come tale, è intriso di ipocrisia. Poi c’è chi ne fa uno status e quindi è un cattolico che va alla messa ma anche cocainomane e puttaniere, al lavoro non paga i dipendenti, fa bancarotta fraudolenta e sfrutta le persone; e c’è chi è ipocrita nel modo più sano e classico. Nascondiamo la verità per stare un po’ meglio. Questo non è però motivo per sentirsi migliori. Siamo delle merde ma siamo in buonissima compagnia>>.

Le tue conclusioni mi evocano il testo “Quelli che” di Jannacci.

<<Jannacci era sagace e satirico>>.

Istruzioni per assistere al tuo spettacolo?

<<Non credo ci siano istruzioni per uno spettacolo del genere. L’importante è che ci sia senso dell’umorismo, del non prendersi sul serio. Se una persona non si prende sul serio si diverte al mio spettacolo. Se invece esce fuori con una maschera e viene con quella struttura sociale che gli permette di sentirsi qualcuno è meglio che resti a casa, perché passerebbe un’oretta e mezza davvero difficile>>.

Kruger Agostinelli

Venerdì 6 novembre al Donoma di Civitanova, cena spettacolo per il Tyche Friday con la Stand Up Comedy irriverente di Giorgio Montanini in “Liberaci dal bene”. Dalle 21 cena a buffet a 20 euro nella zona “Theater” o menu alla carta nel “restaurant”. Oppure dalle 23 per il solo spettacolo a 10 euro, compresa consumazione. Infoline; 0733775860

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